La stagione sciistica, degli sport invernali e delle vacanze sulla neve inizia tradizionalmente con il cosiddetto “ponte dell’Immacolata”, ai primi di dicembre. Quest’anno le condizioni meteorologhe particolari hanno anticipato di qualche settimana questo appuntamento, e già dai primi di novembre le località turistiche montane sono affollate. Ma anche per chi rimane in città, il contatto della pelle con le temperature rigide può causare qualche problema a cui porre rimedio.
La nostra cute gode di una protezione naturale, un sottile e spesso impercettibile strato di grasso (detto film lipidico) che però esposto al freddo e al vento tende a consumarsi e a perdere d’efficacia. Il film lipidico è in gran parte composto da una sostanza, la ceramide (con l’accento sulla i), che grazie a un particolare legame detto “ammidico” trattiene a contatto della pelle un certo quantitativo di umidità, impedendo quindi che la nostra cute si secchi troppo e successivamente si screpoli. Purtroppo, però, il freddo impedisce la riproduzione delle cellule costituenti la ceramide e l’efficacia della preziosa sostanza viene presto a ridursi o addirittura a mancare. La pelle così indifesa diviene quindi soggetta non solo a screpolature, ma anche a frequenti arrossamenti localizzati causati dalla costrizione dei vasi sanguigni.
Le creme non bastano
Il primo rimedio, quello più immediato, parrebbero essere le creme idratanti, che hanno la proprietà di reintegrare le parti d’acqua disperse a causa del malfunzionamento ceramidico. Ma non basta: per un’efficace e duratura lotta contro la secchezza della pelle occorre prevenire. Le creme idratanti possono limitare i danni, ma non agiscono alla radice del problema. Infatti, è possibile intervenire per tempo modificando semplicemente alcune nostre abitudini.
Lavarsi senza schiuma
Innanzitutto, lavandoci con più attenzione. Quasi tutti i detergenti (saponi, bagni schiuma, doccia schiuma) in commercio agiscono sui grassi della pelle, distruggendoli per eliminare con loro le cellule morte e la sporcizia. Anche in un metabolismo che funzioni alla perfezione, le sostanze lipidiche impiegano circa 24 ore a riformarsi: se ci laviamo più di una volta al giorno, lo strato di film protettivo non riesce a rigenerarsi inducendo la nostra pelle a grandi rischi. E’ necessario quindi lavarsi un po’ meno e usare detergenti a base oleosa (acquistabili in erboristeria e farmacia, ma anche nella grande distribuzione: leggete bene le etichette prima di acquistare). Utile anche, dopo il bagno o la doccia ma anche dopo essersi lavati mani e viso, massaggiarsi con una buona crema emolliente o con prodotti naturali quali burro di karité (nome scientifico butyrospermum parkii, un albero africano che secerne una sostanza grassa di prima qualità) o burro di cacao.
Il beneficio degli olii
Utile anche preferire il bagno alla doccia, emulsionando nell’acqua olii essenziali o aromatizzati naturalmente. Non essendo idrosolubile, l’olio tende a depositarsi sulla pelle e favorisce la rigenerazione della ceramide. Opportuno inoltre non sfregarsi energicamente con l’asciugamano per asciugarsi ma preferibilmente tamponare con delicatezza. Quando le screpolature o gli arrossamenti sono molto localizzati, qualche beneficio può derivare dall’applicazione diretta di una pappa di miele emulsionato con tuorlo d’uovo: lasciare agire per dieci minuti e risciacquare.
Un’alleata inattesa: l’uva
Un consiglio per l’anno prossimo: ricordatevi della salute della vostra pelle già dalla fine dell’estate e aumentate la presenza dell’uva nella vostra alimentazione; i flavonoidi contenuti in questo frutto prepareranno al meglio la cute a resistere ai rigori dell’inverno: il loro potere antiossidante e protettivo delle cellule si manifesta anche a vantaggio della pelle e della sua capacità di resistenza al freddo.