Il morbo di Parkinson è una patologia progressiva che si evidenzia dopo i 50 anni, associata alla distruzione e perdita di funzione delle cellule della sostanza Nera cerebrale che produce dopamina, un trasmettitore che modula l’attività di alcune zone cerebrali.
La patologia colpisce 150-200 persone su 100.000.
I sintomi principali sono tremori, rigidità, instabilità posturale, lentezza nei movimenti.
La terapia è a base di levodopa, un amminoacido neutro che, per essere assorbito, cioè passare dall’intestino al sangue e da questo al cervello, utilizza un trasporto attivo con consumo d’energia. Quindi tutto quello che può rallentare l’assorbimento intestinale porta ad una riduzione della quantità di farmaco disponibile per il trasporto a livello cerebrale, riducendo di conseguenza l’effetto della terapia farmacologica.
L’assorbimento della levodopa viene rallentato da:
- gli aminoacidi come isoleucina, valina, triptofano, fenilalanina che utilizzano gli stessi “mezzi di trasporto” della levodopa;
- un tempo di permanenza nello stomaco prolungato;
- le fibre.
Per contro, aumentano l’assorbimento un elevato apporto di carboidrati. Questi ultimi aumentano la secrezione di insulina, la quale diminuisce la quantità di aminoacidi circolanti favorendo il trasporto del farmaco.
La terapia dietetica, soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia, è di fondamentale importanza. E’, infatti, scientificamente dimostrato e sperimentato dagli stessi pazienti che una dieta ipoproteica a pranzo migliora l’efficacia della terapia farmacologica a base di levodopa e che un’alimentazione equilibrata diminuisce il rischio di malattie metaboliche (colesterolo elevato, diabete, gotta), di malattie cardiovascolari e di malattie a carico del sistema osteo-articolare.
Una dieta speciale per i malati di Parkinson
La prima, importantissima regola della corretta alimentazione è quella della varietà dei cibi e delle ricette per la preparazione dei pasti. Solo in questo modo, infatti, possiamo soddisfare il fabbisogno del nostro organismo in tutti i nutrienti.
La composizione ideale della dieta bilanciata dovrebbe essere la seguente: la maggior parte dell’energia (55-58%) dovrebbe provenire dai carboidrati (cereali e derivati, patate), una quota del 25-30% dai grassi e il 12-15% dalle proteine (la quota proteica raccomandata non dovrebbe superare i 0.8 g/kg concentrata nel pasto serale).
L’alimentazione bilanciata o equilibrata prevede l’assunzione di cinque pasti principali: colazione, pranzo, cena e due spuntini.
La prima colazione prevede sempre una parte proteica derivante da latte o latticini (yogurt) e una parte di carboidrati complessi provenienti dai cereali, quindi fette biscottate, pane, biscotti secchi oppure cereali da prima colazione tipo muesli o corn-flakes.
È possibile aggiungere anche una piccola parte di zuccheri semplici (zucchero, miele, marmellata).
La regola del variare gli alimenti resta sempre valida, quindi alternare pane con biscotti, fette biscottate, cereali e il latte con yogurt, latte fermentato o formaggi a ridotto contenuto di grassi.
Il pranzo e la cena sono i due pasti principali.
A pranzo è consigliabile consumare un primo piatto con contorno di verdure, un panino e 1 frutto. In alternativa un piatto unico (tipo pasta e ragù) dove, però, le proteine siano presenti in quantità ridotta.
Il primo piatto (pasta o riso) può essere preparato in brodo oppure come piatto asciutto. Per condire i primi si consiglia di privilegiare sughi semplici a base di verdure. Per la preparazione del brodo è meglio utilizzare brodo vegetale o di carne, preferibilmente sgrassato, preparato in casa, piuttosto di far ricorso ai dadi o granulati pronti in commercio.
La sera è possibile consumare un secondo piatto a base di carne, pesce, uova, formaggio e legumi, seguito da pane o patate, verdura fresca e 1 frutto. Il contorno di verdure, fresche o cotte, dovrebbe essere presente sia a pranzo che a cena. È possibile aggiungere anche uno-due spuntini a base di frutta fresca a metà mattina e metà pomeriggio come merenda.
E’ importante sforzarsi di seguire una dieta povera di grassi saturi (burro, lardo, strutto, salumi); la quantità di colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg al dì. L’uso moderato di cibi grassi può contrastare il ritardato svuotamento gastrico, se presente.
Quanto bere e cosa bere
Valgono le stesse indicazioni dell’individuo sano: almeno 1,5 litri d’acqua. Questa quantità va aumentata in caso di sudorazione profusa e nei periodi caldi dell’anno. L’acqua può essere assunta in qualsiasi momento della giornata.
Fare attenzione ai succhi di frutta, alle bevande gassate zuccherine e ai tè freddi che contengono zuccheri semplici, via libera a tisane, tè e camomille dolcificati con pochissimo zucchero.
Chi fosse abituato a consumare vino ai pasti si consiglia di non superare la quantità di 1-2 bicchieri al giorno. È opportuno ridurre o eliminare dalla dieta i superalcolici. Si consiglia di non superare la quantità di 2 tazze di caffè al giorno.
Stipsi
Spesso i pazienti affetti da morbo di Parkinson soffrono di stitichezza. In questi casi si consiglia di:
- Bere abbondantemente
- Passeggiare almeno 20 minuti al giorno
- Abituarsi a regolarizzare l’evacuazione
- Non fare uso di lassativi
- Assumere a cicli regolari fermenti lattici
- Consumare ogni giorno 4-5 porzioni di frutta e verdura
- Consumare 1 porzione di legumi 1- 2 volte alla settimana
- Consumare 3-4 porzioni di amidi possibilmente integrali
- Integrare l’apporto giornaliero di fibra eventualmente con l’assunzione di fibre del commercio ( es: semi di lino, semi di psyllio)
- Utilizzare prodotti integrali
Riassumendo Sale : limitare l’uso di sale da cucina, dadi ed estratti di carne. |
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