Gli abitanti dei paesi ricchi consumano in media una tonnellata di cibo a testa ogni anno. Scienziati e sociologi si sono interrogati sulle cause di tutto questo mangiare, considerando numerosi fattori inclusa la nostra crescente tendenza a prediligere i pasti consumati fuori casa, insieme ad una vera e propria infatuazione per la carne.
Una delle teorie più ragionevoli che sono scaturite – e delle più facilmente verificabili da chiunque – è la teoria del “devi finire tutto ciò che hai nel piatto”, cioè un impulso a terminare il pasto senza fermarci a riflettere sulle quantità di cibo che abbiamo effettivamente assunto.
Questa teoria è stata coniata dallo psicologo Paul Siegel dell’Università dell’Alabama nel 1957 e descrive un’attitudine famigliare sbagliata all’alimentazione: la nostra educazione ci “costringe” a finire tutto quello che abbiamo nel piatto, invece di smettere di mangiare quando siamo sufficientemente sazi. Secondo quanto intuito da Siegel, noi consideriamo il pasto come una unità inscindibile di cibo e questo ci porta a fare tutto ciò che è in nostro potere per finire l’intera quantità senza frazionamenti. A partire dalle ricerche di Siegel parecchi studi sono stati effettuati per capire la correlazione tra le nostre porzioni di cibo e le nostre abitudini alimentari. Il conteggio è semplice: più grandi sono le porzioni, più mangiamo.
Uno studio interessante è stato effettuato dalla psicologa BJ Rolls: durante cinque test è stato offerto ad un gruppo di uomini e di donne uno snack pomeridiano che consisteva in un sacchetto (privo di marca) contenente di volta in volta 28, 42, 85, 128 o 170 grammi di patatine fritte. I partecipanti dovevano mangiare direttamente dal pacchetto, avendo così pochi riferimenti visivi per quantificare il consumo di cibo. I risultati hanno dimostrato che la quantità della porzione influisce significativamente sulla quantità di cibo ingerito, e questo vale sia per gli uomini che per le donne.
Ad esempio, offrendo ai soggetti del test un pacchetto da 170 gr, le donne hanno mangiato il 18% in più e gli uomini il 37% di patatine in più rispetto a quando è stato dato loro il pacchetto da 85 gr. Aumentando l’assunzione di cibo in conseguenza all’aumento della dimensione del pacchetto, i soggetti affermarvano di sentirsi “pieni”, tuttavia al momento del pasto successivo nessuno di loro ha ridotto le porzioni per compensare l’aumento di calorie assunte durante il pomeriggio. Allo stesso modo, quando a uomini e donne è stata servita una bibita più grande rispetto ad una bibita “media”, le donne hanno bevuto il 10% in più e gli uomini il 26% in più del normale.
Cosa possiamo dedurre da questi dati?
Secondo la psicologa Rolls, raccomandare alla gente di mangiare meno non è l’approccio migliore. Bisogna, invece, fare attenzione a mangiare cibi con una minore densità energetica, cioè con un minor apporto di calorie. La strategia consiste nel consumare la stessa quantità di cibo – senza intaccare il senso di sazietà – ma diminuendo il numero di calorie contenute nei nostri pasti.
A proposito dell’apporto calorico, gli esperti della Clinica Mayo ci insegnano a prestare attenzione a tre cose:
Acqua. Frutta e verdura sono naturalmente ricche di acqua, che fornisce volume e peso all’alimento ma non ne aumenta le calorie e, per questo motivo, rientrano tra i cibi a bassa densità energetica. Il pompelmo, ad esempio, contiene solo 37 calorie. Le carote crude sono formate per circa l’80% di acqua e una carota media contiene circa 25 calorie.
Fibre. Cibi con alto contenuto di fibre non solo apportano grande volume ma richiedono anche una digestione più lenta, facendoci così sentire sazi più a lungo con un minimo consumo calorico. Verdura, frutta e cereali integrali contengono fibre. Un buon esempio di grande volume per poche calorie sono i pop-corn: una piccola porzione di pop-corn (non conditi) ha circa 30 calorie.
Grassi. I grassi hanno un’alta densità energetica. Una spalmata di burro, per esempio, contiene all’incirca lo stesso numero di calorie di due piatti di broccoli crudi. Gli alimenti che contengono grassi in modo naturale (come i prodotti caseari e le carni) e i cibi con grassi aggiunti hanno molte più calorie rispetto alle loro controparti magre o con ridotto contenuto di grassi.
Date queste premesse è facile trarre le conclusioni: se riempiamo il nostro piatto con un mucchio di cibi a basso contenuto energetico ci sentiremo ugualmente pieni mantenendo una sana alimentazione. Con un po’ di astuzia possiamo fare in modo che le nostre abitudini alimentari giochino a nostro vantaggio, introducendo nella nostra dieta cibi sani e ipocalorici senza dover modificare il nostro atteggiamento a tavola.
Un altro buon metodo per mantenersi in forma è praticare una corretta attività fisica. Avete mai provato le spinbike?
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