Sono stati pubblicati in questi giorni i risultati dello studio osservazionale sulle abitudini alimentari degli italiani promosso dall’Osservatorio Grana Padano con la collaborazione della SIMG (Società italiana dei medici di medicina generale) e della FIMP (Federazione italiana dei medici pediatri). La ricerca ha coinvolto, per un anno, oltre 10 mila soggetti scelti dai pediatri e dai medici di base su tutto il territorio nazionale.
Il risultato che fa più pensare è che oltre il 14 per cento della popolazione è obesa, la fascia più colpita dall’obesità, in età pediatrica, è quella compresa tra i 7 e i 10 anni.
Lo studio rileva anche lo scarso consumo di verdura e frutta, le famose cinque porzioni al giorno arrivano ad essere a malapena 3; la regione che rispetta maggiormente il consiglio dei nutrizionisti è il Lazio con 4,4 porzioni a testa.Circa 17,5 per cento dei bambini e il 7,6 per cento degli adulti riferisce di non mangiarne mai.
Per quanto riguarda il consumo di pesce le regioni del Sud si confermano le maggiori consumatrici di questa tipologia di prodotto (3 porzioni alla settimana contro le 2 del Nord). I formaggi sono il secondo piatto più consumato con più di 11 porzioni a settimana, gli adulti preferiscono il latte parzialmente scremato e i formaggi freschi, mentre i bambini il latte intero e il formaggio grana grattugiato. I dati sul latte confermano un tendenza al ribasso (8% nei bambini e 15% negli adulti) e anche chi ne fa uso non supera il bicchiere al giorno (125 ml).
I dati dell’Osservatorio Grana Padano evidenziano, inoltre, un basso introito di calcio in tutta la popolazione italiana a partire dai primi anni di vita: dai 3 ai 6 anni se ne assume solo la metà del fabbisogno giornaliero (400 milligrammi contro il fabbisogno di 800), dai 7 a 10 anni il fabbisogno giornaliero aumenta (circa 1.000 mg) ma l’assunzione di calcio rimane invariata. Più alto è l’introito nei ragazzi dagli 11 ai 14 anni, ma sempre lontano dai fabbisogni medi raccomandati di 1.200 mg al giorno.
Vsb:t