Chiamarlo “mal di schiena” è forse l’unica confidenza che ci possiamo prendere. Per il resto meglio mantenere le distanze!
La “rachialgia“, termine più scientifico ma meno comune, è un tema che merita di essere affrontato con attenzione, perché, più che in altri campi, è importante conoscere per curare e, se possibile, prevenire.
Lontani, come siamo, dalla soluzione del problema, cercherò almeno di fornire soprattutto qualche consiglio utile per prevenire.
Uno degli aspetti più oscuri rimane quello delle cause.
Possono essere tante e sicuramente non le conosciamo tutte. Quello che poi complica le cose è che, una volta scoperta una possibile causa (ad esempio un’anomalia evidenziata da una radiografia) non è facile attribuire con certezza ad essa l’origine del dolore.
Riposare in maniera scorretta o compiere scorrettamente dei movimenti in apparenza banali può scatenare una lombalgia. Tra le cause potremmo invocare anche lo stress; stati di tensione possono dare luogo a contratture muscolari e quindi a dolore.
Come ci si difende dal mal di schiena? Bisogna impegnarsi su due fronti: la cura e la prevenzione. Un compito che può anche risultare estremamente difficile perché da un lato le terapie, come è stato detto, possono risultare inefficaci e dall’altro ognuno di noi, preso dalla routine quotidiana, trascura determinate norme di igiene di vita.
I farmaci agiscono per lo più sul sintomo dolore, sia che si tratti di antalgici puri, di miorilassanti (che dovrebbero risolvere la contrattura muscolare dolorosa), o della vastissima gamma di antinfiammatori (compreso il cortisone).
Fare prevenzione vuol dire innanzitutto conoscere le cause che possono scatenare il dolore. Se pensiamo a tutte le possibili banali cause legate alla vita di tutti i giorni (un riposo scorretto, una posizione seduta o in piedi prolungata, un movimento brusco anche solo per lavarsi i denti, se non per sollevare un peso, uno starnuto “distratto”, ecc.) ci si può rendere conto che, con un po’ di attenzione, prevenire si può.
Non si possono stabilire regole, perché ogni individuo ha delle posizioni preferenziali: in decubito supino, sul fianco o a pancia in giù.
Sarà importante ricordare che per chi è solito dormire o riposare in posizione supina va bene un cuscino basso sotto la testa ; per chi dorme in posizione prona è meglio non usare cuscino , oppure porlo sotto la pancia o anche sotto le gambe ; mentre chi dorme sul fianco (che è poi la posizione più frequente, anche perché dalle altre due si passa spesso a questa durante il riposo) deve necessariamente utilizzare un cuscino di una certa consistenza (meglio se in piume d’oca perché più malleabile) altrimenti si corre il rischio di alzarsi con un fastidioso torcicollo.
Alzarsi dal letto è un momento che merita più attenzione di quanto non si faccia in genere . Nel passare dalla posizione orizzontale a quella eretta i carichi aumentano di circa la metà per cui è bene che la colonna sia in un certo senso preparata a questo sbalzo.
Quindi, se possibile, mai alzarsi di scatto , ma prima muovere un po’ le gambe, piegare le ginocchia, poi girarsi sul fianco e aiutarsi con le braccia poggiate sul letto per mettersi seduti; quindi mettere un piede avanti all’altro, poggiare le mani sulle ginocchia e fare forza con le gambe per mettersi in piedi.
Come una sana abitudine può essere quella di mettere un piede avanti all’altro o piegarsi leggermente sulle gambe quando ci si lava la faccia o i denti. Una posizione molto critica è quella eretta col busto proteso in avanti.
Con questo piccolo movimento i carichi aumentano del 50% rispetto alla posizione eretta normale. Non immaginiamo neanche quanto pericoloso sia questo banale movimento.
E se pensiamo a quante volte ci troviamo in questa posizione non dovremmo stupirci della frequenza del ” mal di schiena “.
Basterebbe piegarsi un po’ sulle gambe per evitare uno stress alla colonna, ma non ci si pensa mai, anche perché così si farebbe un po’ più fatica. Questo protendersi in avanti è purtroppo una posizione alla quale ricorre frequentemente la casalinga, sicuramente una delle categorie più esposte al mal di schiena (e più difficili da curare). Se si usa una scala ricordarsi di tenere le gambe su due pioli diversi.
E se poi la casalinga è anche mamma? Sollevare il bambino per prenderlo in braccio è un movimento rischioso: meglio abbassarsi piegando le ginocchia e avvicinarlo il più possibile al proprio corpo ; e sempre piegarsi sulle gambe piuttosto che piegare il busto per prendere o mettere il bimbo in un box o in una culla (il consiglio, ovviamente, vale anche per il papà). Il peso va sempre mantenuto a breve distanza dal tronco e mai sollevato sopra la cintola.
Evitare movimenti rapidi, proprio per dar tempo alla colonna di adattarsi allo sforzo. Uno strumento valido per alleviare le problematiche tensive a livello muscolare a carico dell’apparato locomotore potrebbe essere un utilizzo corretto della pedana vibrante grazie alla quale, scegliendo una programmazione adeguata, si arriverebbe ad ottenere buoni risultati che si svilupperebbero tra il benessere fisico e quello psicologico della persona con conseguente miglioramento del quadro sintomatologico generale.
MARCIANO MASSIMO
Personal & Fitness Trainer
M.tro Pilates e Fitness ( CSEN – CONI )
Operatore Massaggio Tecnico Sportivo
Coordinatore corsi CSEN Milano
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