Le origini della cavitazione estetica risalgono all’ottobre del 2005 dove al congresso di “Medicina estetica” Agorà di Milano fu presentata per la prima volta al mondo intero. L’idea della cavitazione nasce dallo studio degli ultrasuoni, già utilizzati in Italia fin dagli anni ’60 per il lavaggio industriale degli impianti meccanici.
La dinamica del processo è molto simile a quella dell’ebollizione.
Nella cavitazione la pressione del liquido scende improvvisamente, mentre la temperatura e la tensione di vapore restano costanti.
Risultati possibili in ambito estetico
Per questo motivo la “bolla” da cavitazione resiste solo finché non esce dalla zona di bassa pressione idrostatica: non appena ritorna in una zona del fluido in quiete, la pressione di vapore non è sufficiente a contrastare la pressione idrostatica e la bolla da cavitazione implode immediatamente.
Nel caso specifico della cavitazione applicata all’estetica avanzata, essa sfrutta da un lato le proprietà fisiche delle onde acustiche, dall’altro le proprietà biofisiche dei tessuti.
Le onde ultrasonore a bassa frequenza, quindi, generano micro-bolle di vuoto (in questo caso
non aria né vapore) all’interno dei fluidi extracellulari. Trattandosi di onde elastiche, il loro
movimento porta al collasso delle micro-bolle con successiva implosione delle stesse e alla
immediata disgregazione delle pareti degli adipociti, con la conseguente liberazione dei
trigliceridi (grassi) in essi contenuti.
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