Silvietta, appena finito il liceo e prima di iscriversi all’Università, aveva trascorso qualche mese in Germania, ospite di una famiglia conosciuta dai suoi genitori a Rimini, in occasione di vacanze estive trascorse insieme. Il soggiorno tedesco avrebbe dovuto avere lo scopo, secondo la sua famiglia, di far vivere a Silvietta una esperienza formativa in un Paese straniero. In pratica, però, si risolse in una spensierata vacanza nei pressi di Monaco di Baviera.
Di quel periodo, Silvietta aveva conservato una preziosa amicizia: quella con Ulrike, una sua coetanea vicina di casa. L’amicizia, con l’avvento di MSN e Facebook, si era come rinfocolata e le due ragazze si scrivevano quasi quotidianamente. Naturale, quindi, che si progettasse un incontro “dal vivo”, che si concretizzò, in un giorno d’aprile, con l’arrivo di Ulrike a Milano, ospite di Silvietta per qualche giorno.
Da Monaco di Baviera: Ulrike e tante calorie!
Dopo aver lasciato un paio di giorni di tempo a Silvietta e Ulrike per familiarizzare e starsene fra donne, il terzo giorno ricompaio in scena, con una proposta divertente: una serata gastronomica a base di specialità bavaresi, alimenti ormai reperibili facilmente anche a Milano. Ulrike deve essere quella che si definisce “una buona forchetta”, a giudicare dalla linea piuttosto tondeggiante… Io e Silvietta sappiamo resistere a tutto tranne che alle tentazioni, come diceva Oscar Wilde… E quindi l’idea non poteva che avere successo.
Occorre fare una premessa: se tutta la cucina tedesca è tendenzialmente grassa e ricca di calorie, quella bavarese è al top della categoria. E Ulrike ce lo avrebbe dimostrato di lì a poco.
Faschierte Laibchen per cominciare…
La prima cosa che la buongustaia tedesca si mise a preparare furono le celebri Faschierte Laibchen, deliziose polpettine a base di speck e carne di manzo. E qui c’è una storia da raccontare: questa ricetta, secondo alcuni, sarebbe originaria di Amburgo e sarebbe l’origine di un panino che ha conquistato il mondo, universalmente noto come hamburger. La versione bavarese, proposta da Ulrike, prevede alcune varianti rispetto all’originale: la carne e il salume vanno prima rosolati nel burro, poi tritati e mescolati con uovo, un po’ di noce moscata, cipolla e aglio (anch’essi tritati) e la mollica di pane precedentemente ammollata nel latte (o addirittura nella panna). Queste piccole bombe caloriche, dall’aspetto innocuo e invitante, vanno poi fritte in abbondante olio bollente, rigirandole una sola volta e poi asciugate con carta assorbente. Per quanto l’appetito fosse gagliardo e il profumino stuzzicante, io stesso non riuscii a mangiarne più di tre o quattro, anche perché eravamo soltanto all’inizio della serata. Peraltro, da un rapido calcolo avevo ingurgitato già più di 700 calorie: non male come antipasto!
… poi frittatensuppe…
Mentre ci stavamo simpaticamente uccidendo di polpettine (anche Silvietta: però, che stomaco!), Ulrike decise di procedere alla preparazione di un altro piatto tipico della Baviera, la Frittatensuppe. Per realizzare questa ricetta, indispensabile è avere già preparato del buon brodo di manzo, che la nostra amica aveva portato da casa ancora surgelato. Altra curiosità: questo piatto è in realtà di origine austriaca, come molti altri facenti parte del ricettario bavarese: non c’è da stupirsene, visto che da Salisburgo a Monaco di Baviera è un’ora e mezza di autostrada…
La Frittatensuppe si prepara abbastanza velocemente: a un impasto di latte, farina e sale – amalgamato molto bene per non formare grumi – si aggiunge un uovo. Poi, in una padella, si fa sciogliere dello strutto e si friggono delle frittatine con il composto ottenuto. Dopo averle ben scolate dal grasso in eccesso, si arrotolano su sé stesse e si tagliano a listarelle. Infine, si gettano nel brodo bollente e si fanno cuocere ancora un paio di minuti. Un primo piatto sostanzioso, in cui ancora una volta i lipidi la fanno da padrone. La porzione che mi hanno servito, e che ho mangiato tutto sommato volentieri, viaggiava fra le 600 e le 800 calorie. Non male davvero… E sono già sazio. Ma Ulrike non demorde, anzi: ci dice, nel suo inglese spigoloso, che adesso arriva il piatto forte: i weisswurst!
… weisswurst…
I weisswurts, o wurstel bianchi, sono salsicce di carne di maiale e vitello, del peso di circa un etto l’uno. Tradizione vuole che non vadano mangiati mai dopo mezzogiorno, essendo questo tipo particolare di wurstel specifici per la prima colazione. Ma noi non siamo bavaresi e ce li gustiamo anche alle nove di sera; non vanno cucinati, soltanto riscaldati in acqua molto calda ma non bollente, conditi con una deliziosa senape, anch’essa tipicamente bavarese, aromatizzata al miele. Buoni, perbacco!
… pretzel e weizen bier!
E la cena interamente dedicata alla gastronomia di questa regione della Germania meridionale sta viaggiando verso la fine. Per mia, e di Silvietta (che giace affranta sul divano), fortuna Ulrike non è brava con i dolci, e se ne scusa. Se ci avesse propinato una Bavarese alla fragola, al caffè, alla banana avremmo dovuto anche mangiarla, e così avremmo superato le 3000 calorie a testa, davvero troppo!
Già, perché nel computo delle calorie vanno aggiunte anche quelle, e non poche, derivanti dal pane (ovviamente, i tradizionali pretzel lucidi e a forma di nodo) e dalla birra, la classica weizen bier bavarese.
Per fortuna che ho il rimedio!
La serata finisce in allegria, tra chiacchiere e amenità varie. Sto bene, ma il mio pensiero fisso va alla quantità di alimenti, e soprattutto di grassi, che questa esperienza bavarese mi ha costretto a introdurre nel mio fisico.
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Paolo
Vsb:t