Dopo l’abbondante cena in riva al mare, il nostro amico scrittore Paolo deve rientrare momentaneamente in città, richiamato all’ordine da un editore impaziente. L’occasione giusta per una riunione di lavoro davanti a un aperitivo con tanti stuzzichini, una vera bomba calorica. Seguiamo insieme le sue vicende, ricordando che Paolo è un fedele consultatore delle pagine di adieta.it e quindi conosce i rimedi più efficaci per contrastare i nefasti effetti delle esagerazioni alimentari.
Le tentazioni della città: il micidiale aperitivo con happy hour
La telefonata che temevo è arrivata. Un mercoledì mattina, poco dopo l’alba (o almeno mi è parso…), l’editore in persona mi chiama sul cellulare. La sua voce non è delle migliori: molto irritato per il mio lungo silenzio, mi chiede ragioni della lentezza con cui procede la stesura del mio libro. Non ho il coraggio di dirgli la verità (cioè che ho scritto soltanto una decina di pagine), e mi invento un sacco di scuse. In realtà, scrivere un romanzo storico ambientato nel Medio Evo non è proprio come svolgere un tema di terza media, ma provate voi a farlo capire a un editore? Lui, giustamente dal suo punto di vista, ha in mente solo i bilanci aziendali e quanto mi ha dato come anticipo deve al più presto possibile tramutarsi in un’entrata sicura per lui.
Comunque, eccomi in viaggio per Milano, a metà agosto, sull’autostrada più trafficata d’Italia, piena di autotreni ribaltati e di curiosi che guardano, causando code smisurate. Per fortuna sono in moto, e per me il traffico è sempre scorrevole.
L’appuntamento è in un locale sui Navigli, di quelli specializzati negli aperitivi con happy hour: Milano non è vuota, anzi…. Piena di giapponesi e turisti di ogni colore. Facciamo fatica a trovare da sedere, e dire che siamo solo in tre: io, l’editore, una ragazza che non conosco e che Giulio, l’editore, mi presenta come Claudine. Francese, ovviamente. E il pensiero corre a Odette, che ho lasciato in Romagna a godersi l’estate con Tommaso, Patrizia e tutti gli altri. Ma non c’è tempo per le nostalgie. Qui ci sono un editore arrabbiato da supplicare di lasciarmi ancora qualche mese per scrivere il libro e un povero scrittore in crisi di idee, disposto a tutto –o quasi- per risolvere a proprio vantaggio la situazione. Perfino ad offrire l’aperitivo…
Intanto, cominciamo a ordinare qualcosa: io mi faccio un bel mojito rinfrescante, il cocktail tradizionale caraibico che preferisco, a base di rum, acqua tonica, zucchero, lime e foglie di menta, con tanto ghiaccio. E poi, come fare a resistere a tutte le ghiottonerie che un happy hour comporta? Ci sono stuzzichini apparentemente innocui, come le verdure grigliate (peccato che siano immerse nell’olio); c’è l’insalatona di riso con i sottaceti, i formaggi, il prosciutto, l’uovo sodo, la maionese; ci sono le patatine, le bruschette, le tartine imburrate… quanto ben di dio, e quante calorie… Più di 2000! E solo il cocktail ne conta almeno 250, perfino più di 100 grammi di patatine, che si fermano a quota 180. Un vero disastro per uno come me che alla forma fisica un po’ ci tiene. E non ho toccato nemmeno un salume! Se lo avessi fatto, probabilmente questo aperitivo mi avrebbe annientato come un pranzo di nozze…
In ogni caso, almeno da un punto di vista pratico, il gioco è valso la candela. Giulio, l’editore, mi ha concesso ancora un paio di mesi e Claudine… Claudine giuro che mi guardava in uno strano modo. E’ un’amica di vecchia data di Giulio, forse fra di loro molti anni fa c’è stato anche qualcosa di più, ma adesso è solo una buona amica. Di certo non ho fatto una figura stupenda con lei sgargarozzandomi avidamente tutti quegli stuzzichini, ma come si fa a resistere? Sto pensando a queste cose mentre, quasi meccanicamente, in sella alla mia moto prendo la strada di casa. Sono due mesi che non la abito e mi fa un effetto strano tornarci. Per prima cosa, una bella doccia e intanto faccio prendere aria a tutte le stanze.
Visto che l’editore mi ha concesso ancora un po’ di tempo, programmo di tornarmene in Romagna. Domattina, appena sveglio, ripartirò dopo una sana dormita. Appena messo il piede in casa, squilla il cellulare. Non riconosco il numero che compare sul display, ma sono di buonumore e rispondo ugualmente. Sorpresa: è Claudine. Ha chiesto il mio numero a Giulio, l’editore, e mi chiede se disturba. Una signorina non disturba mai, avrebbe detto mio padre, e io sottoscrivo pienamente. Quattro chiacchiere, un po’ di convenevoli… poi decidiamo di rivederci, l’indomani mattina. Lei vuole visitare Milano e ha bisogno di una guida. Giulio, mi spiega, non ha tempo, troppo indaffarato com’è a curare gli interessi della sua casa editrice. Mi offro come volontario, ben felice di rimandare il mio ritorno in Romagna dagli amici Tommaso, Patrizia e… Odette, e chi se la ricorda più? Tutto preso da questi pensieri, mi addormento come un sasso.
… e un po’ di ellittica per ricominciare a piacermi!
L’indomani mattina, appena sveglio, mi sento uno straccio. Quell’happy hour mi ha stroncato: fra due ore devo incontrarmi con Claudine e non mi sento per niente in forma. Devo bruciare un po’ di calorie in eccesso. Per fortuna, ho la mia piccola palestra domestica dotata di una efficace ellittica: la regolo a un livello di difficoltà del 3% e mi esercito per una mezzora abbondante, rispettando una frequenza cardiaca che mi permetta di bruciare i grassi e non gli zuccheri, facile da calcolare perché ci sono le comode tabelle che tengono conto di tanti fattori, soprattutto dell’età, per un esercizio mirato e personalizzato.
Ecco fatto. Mi sento un altro uomo. Sono pronto a fare da cicerone per Claudine e per tutte le turiste francesi del mondo. Mens sana in corpore sano: mi sa che gli antichi avevano proprio ragione!
Paolo
Vsb:t