E se capita di esagerare? Consigli per dimagrire – parte XIV

Ecco come rimettersi in sesto dopo un'abbuffata natalizia fatta da specialità gastronomiche dal mondo, piovute inattese ma gradite sulla tavola natalizia: charquican (stufato di patate con carne, piselli, e altri ingredienti, oca arrosto con salsa di mirtilli, bibimbap (riso e verdure).

NataleQuest’anno non avevo ancora ricevuto inviti per il pranzo di Natale. Meglio: me ne starò a casa a leggermi un libro oppure qualche amico verrà a trovarmi… Le feste natalizie, Capodanno a parte, si sa che non sono fatte per noi singles senza famiglia o quasi. Però qualcosa succede sempre, qualcosa capace di rendere piacevoli quei giorni anche senza la presenza di bambini che aspettano ansiosi i regali o nonni che raccontano per la centesima volta “che a Natale ai miei tempi… si regalavano tre noci e un mandarino… e tutti erano contenti. Mica come adesso, che…”.

Una telefonata inattesa

Resta di fatto che nessuno ancora aveva telefonato o inviato messaggi. Ma sapevo che non avrebbero tardato. Infatti, la sera dell’antivigilia mi telefona una mia vecchia fiamma di quasi vent’anni fa: Elisabetta, per gli amici Betta; si era trattato di una storia nata e finita in una settimana, ma eravamo rimasti decisamente amici, anzi molto “amici”, nel senso che le rare volte che ci si vedeva (una o due l’anno, non di più) non stavamo a guardare la televisione o a passeggiare sui Navigli mano nella mano ma andavamo velocemente al sodo. Lei le chiamava “amicizie saporite” e non si faceva problemi ad averne parecchie in giro per l’Italia e l’Europa. Io me ne facevo meno di lei e così, quando mi ha telefonato per propormi un Natale da trascorrere insieme, ho detto di sì volentieri. Il programma abbozzato al telefono prevedeva un bel pranzo, al quale avrebbe pensato interamente lei; io avrei dovuto occuparmi soltanto delle bevande. “Magari porto qualcuno… Ciao, a dopodomani”: la conversazione si era chiusa con queste parole, prima che io avessi potuto obiettare alcunché.

Arriva il giorno di Natale, dopo una vigilia trascorsa a dieta stretta per lasciare spazio al pranzo del giorno dopo. La casa l’ho addobbata con sobria eleganza, ho acceso qualche candela e spruzzato un po’ di profumo. Non sapendo niente del menu, ho scelto il vino e la birra in base a criteri assolutamente casuali. Alle 12, puntualissimo, suona il campanello. E’ Elisabetta, ma dal citofono intuisco che con lei devono esserci altre voci festanti. Speriamo bene…

Il mondo in casa…

charquican e oca in salsa di mirtilleVado ad aprire la porta e, dietro Elisabetta che mi sorride, ci sono altre cinque persone, un autentico campionario di etnie. Mentre li faccio entrare, cerco di raccapezzarmi. C’è un ragazzo dai lunghi capelli corvini che poi scoprirò chiamarsi Pablo, vestito come un componente degli Inti Illimani, ed essere cileno di Santiago; poi un metro e ottanta di donna nera dai lineamenti androgini ma dal sorriso dolce che si chiama Gwendoline e viene da Boston, Usa; un orientale che mi pare di capire si chiami Yiun e viene da Seul; un ragazzo di bassa statura e rosso di capelli che si presenta come Sean, ovviamente irlandese, viene da Galway e si presume suoni il violino, visto che l’ha portato con sé; e infine una splendida ragazza creola con il fisico da fotomodella che si chiama Josephine e viene da Guadalupe.
Appena ci siamo sistemati, non prima che io fossi andato a chiedere in prestito due sedie alla vicina di casa, Betta spiega: “Per un verso o per l’altro, nessuno dei miei amici qui presenti è riuscito a trascorrere il Natale a casa con i propri familiari. Quindi ho pensato di portarli qui. Per le cibarie, nessun problema. Ho detto a tutti di preparare qualcosa di tipico del loro Paese. Io, visto che sono di Milano, ho portato il panettone”. Betta era così, prendere o lasciare. E io ormai avevo preso…

… e a tavola.

colcannon e bibimbapE allora passiamole in rassegna, queste specialità gastronomiche dal mondo, piovute inattese ma gradite sulla mia tavola natalizia. Pablo, il cileno, ha portato una zuppiera in coccio contenente charquican, uno stufato di patate, piselli, mais e spezzatino di carne di maiale, coperti da uova prima fritte e poi fatte andare in umido insieme al resto dello stufato. A occhio e croce, pur ignorando il tipo di grasso utilizzato per cucinarlo, calcolo che 700-800 calorie per porzione siano una quantità probabile.

La bostoniana Gwendoline ha portato con sé una gigantesca mezza oca arrosto condita con salsa di mirtilli: qui il conto è facile. La carne di oca è una fra le più grasse esistenti in natura: quasi il 47% di lipidi, più quelli necessari per la cottura… Anche se ne mangiate una porzione scarsa, è molto facile avvicinarsi alle 500 calorie. Yiun, che viene da un Paese in cui cibarsi di carne , formiche rosse e bachi da seta fa parte di una tradizione ancora piuttosto viva, per nostra fortuna si è limitato a portarci del bibimbap, un misto di riso, verdure, uovo e carne di manzo, con l’aggiunta di peperoncino, salsa di soia e semi di sesamo. Nutrizionalmente, un piatto piuttosto equilibrato come portata unica, non certo inserito in un contesto come quello di oggi. L’irlandese Sean, che sembra molto più interessato a suonare il violino che non a mangiare (però si sta scolando da solo la seconda bottiglia di Guinness) ha contribuito al pranzo di Natale con uno sformato di verze e patate chiamato colcannon; se non fosse affogato nel burro, il cui gusto prevale su quello delle verdure, potrebbe costituire una pietanza interessante, da un punto di vista dietologico, ma purtroppo non è così: le calorie ci sono, eccome! Almeno 450 in una porzione. Manca solo Josephine, la francese d’Oltremare. Non sa molto della cucina tradizionale di Guadalupe: fa la modella a Milano dopo aver studiato a Parigi. E da un suo recente viaggio nella capitale transalpina ci ha portato uno stupendo patè di fegato di maiale, aromatizzato ai funghi porcini: buono da morire, ma 454 calorie all’ettogrammo non sono uno scherzo.

A tutto c’è rimedio

Pandoro e panettoneSono le quattro del pomeriggio e il pranzo di Natale più strano della mia vita non è ancora finito. Manca solo il dolce. Betta ha portato il panettone classico, quello con canditi e uvetta (380 calorie per etto); io offro alla simpatica brigata un pandoro, altrettanto classico (415). Un degno finale per un calorico viaggio intorno al mondo. Senza calcolare pane e bevande, possiamo ben dire di avere esagerato. Ma io so come rimettermi in forma. Non è un segreto, anzi invito i miei nuovi amici (e anche Betta, che nuova non è) a trasferirsi nella mia stanza di studio, lavoro e fitness, alla quale si accede direttamente dalla sala da pranzo: lì c’è tutto il meglio per bruciare le calorie di troppo. Cedo volentieri l’uso degli attrezzi a chi ne vuole approfittare. Io potrò farlo anche più tardi, non prima di avere consigliato a tutti di prestare più attenzione alle calorie e soprattutto a come disfarsene, tonificando i muscoli e salvaguardando il proprio sistema circolatorio. Betta non mi conosceva ancora sotto questo punto di vista salutistico ma ha molto apprezzato: siamo d’accordo che ci rivediamo domani, ma quello che succederà non ve lo racconto. Sono fatti nostri.

Paolo

Vsb:t

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Valori nutrizionali (per una porzione)
Proteine g 7.05
Carboidrati g 85.4
Fibra g 4
Ferro mg 1.12
Calcio mg 32
Sodio mg 16
Vitamina A 0 mcg
Vitamina C 11 mg
Kcal 400
(Kj 1672)
Lipidi totali 5.69 g
Saturi 0.99 g
Monoinsaturi 3.79 g
Polinsaturi 0.79 g
Colesterolo 0 mg

 

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