Per prima cosa è necessario fare chiarezza sui termini: per intolleranza alimentare si intende qualsiasi tipo di risposta anormale che segue l’ingestione di alimenti.
Per allergia alimentare si intende il risultato di un’abnorme e intensa risposta immunitaria all’assunzione di cibi contenenti sostanze con potere antigenico.
La popolazione realmente allergica è solo una fetta della popolazione, infatti secondo i dati della Federazione europea sulle allergie si stima che il 4% degli adulti e l’8% dei bambini su una popolazione complessiva di 380 milioni di europei soffra di allergie alimentari.
Vediamo nello specifico le differenze tra le due patologie.
Allergie
I disturbi si manifestano rapidamente, subito dopo l’ingestione di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito. Le reazioni dell’organismo oltre ad essere immediate sono, di solito, violente.
L’allergia ha le seguenti caratteristiche:
- Produce shock anafilattico e di solito risponde ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, è anche relativamente più facile da individuare. Per shock anafilattico si intende una sindrome clinica provocata da esposizione ad un allergene, è la reazione più grave e può, se non curato, portare alla morte.
- È molto meno frequente delle intolleranze alimentari (su 50 casi, solo 10 sono allergie)
- Può portare anche alla morte, mentre è molto raro che le intolleranze alimentari possano causare il decesso di una persona.
I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate a chi soffre di allergia ai pollini: sono comuni gli arrossamenti pruriginosi della pelle, gli eczemi, le eruzioni o i gonfiori, l’orticaria, arrossamenti e bolle, le dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea).
Un esempio classico di allergia alimentare è quello di chi è allergico alle fragole: anche mangiadone solo un pezzettino, dopo pochi minuti tutto il suo corpo sarà coperto di puntini rossi (orticaria).
Per individuarle, il primo passo è quello di sottoporsi ai prick test, i test della puntura: sulla pelle è inciso un piccolo taglietto su cui è versato una goccia di estratto, l’allergene.
L’eventuale irritazione della pelle è un primo segnale di allergia.
Il test può essere confermato utilizzando direttamente l’alimento fresco al posto dell’estratto, il cosiddetto test “prick by prick”.
E’ anche possibile effettuare in ambito ospedaliero la prova di scatenamento.
Questo test consiste nel dare al paziente per bocca una serie di capsule che contengono l’alimento sospetto senza che il medico e il paziente conoscano l’esatto contenuto delle capsule, al fine di non inquinare la prova.
L’unica cura all’allergia alimentare è l’esclusione dalla dieta dell’alimento verso cui la persona è allergica. Alcuni farmaci possono poi essere utili per calmare le manifestazione dell’allergia.
Cibi tendenzialmente allergizzanti possono essere: lievito, pesce, arance, uova, arachidi, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, ecc… Il caso del kiwi vale la pena di essere citato: si tratta di un recente allergene, che cotto perde la sua allergenicità.
Alcune allergie sono presenti sul territorio in maniera diversa a seconda delle aree geografiche, per esempio l’arachide è molto consumata negli Stati Uniti dove vi sono molti soggetti allergici e poco in Italia dove i pazienti allergici a questo prodotto sono pochi, proprio a causa dello scarso consumo.
Intolleranze
Le intolleranze sono di difficile diagnosi poiché i disturbi compaiono dopo un certo periodo di tempo dal consumo dell’alimento responsabile. Accade, infatti, che l’organismo mette in atto una serie di meccanismi compensatori per cui riesce a tollerare una determinata sostanza fino a quando, superato un certo limite (che viene definito livello di soglia) si arriva alla manifestazione del disturbo.
Le principali caratteristiche delle intolleranze possono essere così elencate:
- Sono individuabili, spesso, con grande difficoltà.
- Sono molto frequenti. Si calcola che l’1% della popolazione italiana ne soffra e sembrano essere in continuo aumento.
- Spesso sono correlate a disordini del peso corporeo, sia in eccesso che in difetto.
- I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie: sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all’assunzione di un determinato alimento.
Tra i disturbi più comuni delle intolleranze troviamo: stanchezza, gonfiori, mal di testa, sfoghi sulla pelle, tosse, rinite, asma.
Quindi non è semplice individuare l’intolleranza alimentare visto che, come abbiamo visto, non provoca sintomi precisi, unici e riconducibili facilmente ad essa.
Vi sono attualmente diversi esami per “scoprire” se si soffre di una intolleranza alimentare. Ad esempio il test Dria, una procedura indolore basata sulla risposta muscolare alla somministrazione di alimenti. Il test si effettua ponendo a contatto della mucosa sublinguale una sequenza di piccole dosi di alimenti. Il medico stimola il muscolo quadricipite femorale del paziente mentre un computer ne registra la forza. La diminuzione della forza muscolare in riflesso alla sostanza somministrata decreterà la presenza di una intolleranza alimentare. Questo test però è basato su procedure davvero poco scientifiche ed i risultati che se ne ricavano sono alquanto discutibili.
Lo standard di riferimento internazionale per la diagnosi di un’allergia alimentare è rappresentato dal test di provocazione in doppio cieco contro placebo, in cui l’alimento sospetto viene somministrato, in quantità crescenti fino a raggiungere dosi simili a quelle ingerite con la dieta, in capsule opache o comunque in forma mascherata in modo da impedirne il riconoscimento sia al paziente sia al medico che esegue la prova.
Come per l’allergia la cura dell’intolleranza è l’esclusione dell’alimento dalla dieta.
Alimenti che possono causare intolleranza sono: latte e latticini, lieviti, frumento, oli vegetali, olio di oliva, ecc.
Esistono tuttavia una serie di alimenti che, sulla base delle statistiche di migliaia di casi, non provocano mai reazioni avverse:
- Carciofi
- Pere
- Carne di tacchino
- Carne di agnello
- Lattuga
- Riso
- Carote
Alimenti vietati nell’allergia al latte
- Latte vaccino, burro, yogurt, formaggi, panna, besciamella
- Brioches, biscotti, gelati, budini, merendine, cioccolato
- Caramelle
- Pane al latte, crackers integrali
- A rischio: pizza e focaccia
- Prosciutto cotto, salame, mortadella, wurstel, salsiccia
- Prodotti per l’infanzia
- Agnello, vitello e manzo: tutte le parti dell’animale e le frattaglie
- Prodotti dietetici , farmaci che contengono lattosio
- Vitello, manzo: tutte le parti dell’animale e le frattaglie, dado ed estratti di carne, ragù confezionati, patè, ripieni di paste alimentari, carne secca, bresaola.
Alimenti vietati nell’allergia al lievito
- Pane, pizza, torte
- Formaggi, yogurt, margarina
- Funghi, tartufi, crauti
- Nocciole, noccioline, noci, arachidi, mandorle
- Birra, alcolici in genere
- Lievito, aceto di vino (anche balsamico), salse varie, dadi da brodo, alimenti conservati e sottaceto
Come alternativa si possono consumare alimenti lievitati con bicarbonato di sodio .
Alimenti vietati nell’allergia all’uovo
- Tutti i prodotti contenenti uova, esempio: brioche, pasticcini, torte, creme all’uovo, biscotti, salatini, gelati alle creme…
- Paste ripiene, piatti pronti del commercio con panatura (es: sofficini, spinacine, bastoncini di pesce, etc.), pasta all’uovo.
- Tuorlo d’uovo.
- Maionese e salse in commercio
- Diciture su etichette alimentari che possono indicare la presenza di uovo:
– Albumina
– Leganti
– Coagulanti
– Bianco d’uovo
– Rosso d’uovo
– Emulsionanti
– Globina
– Lecitina
– Livetina
– Lisozima
– Ovoalbumina
– Ovamucina
– Ovomucoide
– Ovovitellina
– Polvere d’uovo
– Uovo intero
- Diciture su etichette alimentari che possono indicare la presenza di uovo:
Alimenti vietati nell’allergia all’acido salicilico naturale
- Mele, uva, frutti di bosco, albicocche , pesche, prugne secche, ciliegie, mandorle, arance, fragole, mirtilli, noci, nocciole, cavoli, pomodori, insalata verde
- Thè
- Aceto, vino
- Pepe, chiodi di garofano
Alimenti vietati nell’allergia al nichel
Il nichel solfato è un metallo di colore giallo intenso che viene definito “ubiquitario” perché è presente in molti prodotti di uso quotidiano.
Prodotti che possono contenere nichel:
- Accessori di abbigliamento di natura metallica: orecchini, anelli, collane, orologi non dichiaratamente nichel-free; fibbie delle cinture, bottoni metallici; fermagli per capelli; cerniere; montature metalliche per occhiali
- Cosmetici: tinture per capelli (i liquidi per la permanente possono facilitare il rilascio dai fermagli); ombretti grigi e marrone; mascara, rossetti, smalti per unghie (colore verde)
- Utensili metallici domestici: lavelli metallici; posate; forbici; utensili di acciaio inossidabile; contenitori per cibi in scatola
- Oggetti di uso comune: monete, chiavi, maniglie metalliche, oggetti di terracotta e porcellana, detersivi, cemento, oggetti cromati, oro bianco e giallo a 14 carati
- Coloranti: per oggetti di vetro, ceramica, per tessuti, per inchiostri e carta carbone
- Prodotti medico chirurgici
- Gli oggetti metallici dovrebbero essere rivestiti con più strati di smalto per unghie, lacca per capelli, oppure ricoperti di materiale plastico. Usare guanti protettivi.
Tra gli alimenti che possono contenere nichel citiamo:
- Farina di mais, farina d’avena, farina di frumento, grano integrale, riso
- Ostriche, aringhe, sgombri, tonno, cozze
- Formaggi
- Lattuga, asparagi, pomodori, cipolle, spinaci, carote, barbabietola rossa, rafano, porro, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, broccoli, legumi freschi e secchi (fagioli, lenticchie, piselli), soia, funghi, rabarbaro, prezzemolo, senape
- Pere, mele, agrumi, uva fresca e passa, prugne, lamponi, ananas, pesche, albicocche, fichi
- Nocciole, noccioline, noci, arachidi, mandorle
- Vino, birra, tè
- Lievito, alimenti inscatolati o cucinati in recipienti di acciaio inossidabile.
Attenzione alle combinazioni crociate, ad esempio chi è allergico al polline è spesso intollerante anche ad alcuni alimenti con sostanze in comune con il polline. Chi è allergico alle graminacee deve fare attenzione a:
- pomodoro
- pesca
- melone
- prugna
- albicocca
- ciliegia
- anguria
Chi è allergico alla parietaria deve fare attenzione a:
- piselli
- basilico
- gelso
- melone
- ciliegia
Chi è allergico alla betulla deve stare attento a:
- sedano
- finocchio
- pera
- mela
- noci
- ciliegie
- carota
- albicocca
- banana
- nocciole
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