L’anguria, conosciuta anche come cocomero o dialettalmente cocomera, è scientificamente il frutto di una pianta della famiglia delle cucurbitacee originaria delle regioni tropicali dell’Africa, precisamente del deserto del Kalahari (lì si dice che venne scoperta dall’esploratore sir David Livingstone).
Il frutto, dalla caratteristica polpa rossa (qualche specie però è gialla) punteggiata di piccoli semi neri (o bianchi o gialli) assolutamente commestibili, ha un elevatissimo contenuto d’acqua e di zuccheri semplici, vitamina A e vitamina C.
La pianta, per crescere bene, predilige i terreni sabbiosi ma ricchi d’acqua: per questo motivo la sua coltivazione in Italia è diffusa soprattutto nella pianura padana e nelle pianure costiere soprattutto del centro-sud. La produzione italiana è sufficiente per il consumo nazionale; non particolarmente diffusa l’esportazione, negli ultimi anni si assiste a un progressivo aumento dell’import, soprattutto da Grecia e Israele, in particolare per le primizie (maggio, giugno) e per i prodotti tardivi (Ucraina, Romania). Qualche consiglio per l’acquisto: la scorza dell’anguria matura dev’essere liscia, dura, e di colore verde brillante, senza ammaccature o tagli. Osservate con cura la parte del frutto opposta al picciolo: se vi è una larga chiazza grigiastra, le probabilità che l’anguria sia saporita e di giusta consistenza sono maggiori. Quella chiazza è, infatti, la traccia lasciata dal fiore sul frutto e più il fiore era grande e “potente” più l’anguria sarà gustosa.
Aspetti nutrizionali
Nutrizionalmente parlando, l’anguria è particolarmente ricca di potassio e ha un discreto contenuto di magnesio: questo la rende molto dissetante e in grado di colmare le perdite di elementi minerali causate dalla traspirazione.
Alcuni anni fa, fonti poco autorevoli avevano tentato di diffondere la “Dieta dell’Anguria”, consistente nel nutrirsi esclusivamente di questo frutto per uno o più giorni la settimana. L’aumento di consapevolezza nutrizionale non ha, fortunatamente, consentito a questo tipo di dieta di avere troppo successo: tutte le diete monoalimento sono infatti dannose, quale più e quale meno. Vero è che, invece, l’anguria può sostituire durante tutta l’estate le dannose bibite gasate, soprattutto se dolcificate con zuccheri complessi e prive di sali minerali. È voce comune, infine, che l’anguria sia difficile da digerire: in realtà, essendo composta –nella sua parte edibile- quasi completamente da acqua, è invece digeribilissima né più né meno dell’acqua stessa.
Un originale antipasto
L’anguria in cucina non è molto utilizzata, soprattutto a causa del suo alto contenuto d’acqua che rende praticamente difficoltoso farne marmellate o gelatine. In un locale della pianura ferrarese, però, abbiamo gustato degli ottimi tramezzini di anguria, serviti con gli antipasti. Prepararli è semplice:
- fate dei triangolini di polpa, privata dei semi;
- metteteli in frigorifero coperti di pellicola in modo che perdano un poco d’acqua;
- mentre il frutto sgocciola, mescolate in una terrina formaggio caprino leggermente salato e pepato;
- con questa crema spalmate i tramezzini d’anguria e fate due o tre strati;
- chiudete con una foglia di basilico e servite ben freddo.