La sua fioritura, alle nostre latitudini, è considerata uno dei segnali dell’arrivo della seconda parte della primavera, quella contraddistinta da temperature più alte e che ci introduce a un clima praticamente estivo: stiamo parlando del Prunus Cerasus, pianta delle Rosacee, il cui frutto è volgarmente noto con il nome di amarena, oppure (in alcune regioni) di amarasca o marasca oppure visciola.
Sia l’albero, sia il frutto sono piuttosto simili al ciliegio (Prunus Avium) ma ne differiscono per tardività (il ciliegio matura già a ridosso dell’estate), aspetto (l’albero e il frutto sono più piccoli), gusto (l’amarena è contraddistinta da una piacevole venatura dolce-amara).
Un’origine “romana”?
Secondo gli studiosi, l’amarena è originaria dell’Armenia e del Caucaso: da lì si sarebbe poi diffusa in tutta Europa e il Medio Oriente. Grande merito della sua diffusione ebbero i Romani: narra la leggenda, infatti, che l’amarena sia stata “scoperta” in Asia Minore da un generale romano di nome Lucio Licinio Lucullo, un vero esperto in fatto di leccornie e buon gusto (nel primo secolo avanti Cristo, famosi erano i suoi banchetti, definiti “luculliani” proprio dal suo nome).
Un frutto “a km. zero”
L’amarena non è una pianta difficile da coltivare, resiste anche alle basse temperature, non ha bisogno di molte cure, si adatta a ogni tipo di terreno. Perché oggi, allora, è più difficile da trovare a vantaggio della ciliegia? La risposta consiste con la scarsa durata che ha l’amarena una volta staccata dal ramo: a differenza della sua cugina più dolce, l’amarena è più delicata, appassisce in fretta, non resiste alla refrigerazione, si degrada con una velocità scarsamente conciliabile con le esigenze del mercato di oggi che richiede durevolezza e capacità di conservazione.
Uno straordinario diuretico naturale
Sono note le proprietà salutari dell’amarena, ricchissima di vitamina B e C, ma non solo nei frutti: anche le foglie e i piccioli, raccolti a maturazione avvenuta, essiccati e assunti come decotto, possono essere utilissimi contro la cistite, essendo un potente diuretico, efficace anche nei casi di blanda insufficienza renale.
L’amarena in cucina
Arrotolato di vitello ai frutti rossi
Acquistate un arrotolato di vitello già confezionato e fatelo rosolare in poco olio da tutti i lati. A parte, avrete preparato una salsa a base di ribes e amarene denocciolate frullati grossolanamente, addensata con poca panna da cucina. Terminata la rosolatura del vitello, fate cuocere per 40 minuti a fuoco lento aggiungendo brodo vegetale man mano che si consuma e aggiustando di sale. Quando l’arrotolato è cotto, liberatelo dalla reticella, affettatelo e su ogni fetta spalmate la salsa riscaldata a bagnomaria. Servite con una guarnizione di amarene intere
Tortelli di amarena
Fate riposare mezz’ora in frigo una pasta frolla molto elastica che avrete composto secondo il modo tradizionale (non dimenticate la buccia di limone grattugiata). Stendetela con il mattarello. Nel frattempo avrete amalgamato la marmellata di amarene con biscotti savoiardi sbriciolati e un po’ di liquore Cherry Brandy o del Cointreau. Disponete il composto sulla pasta e fatene dei tortelli ripiegando la pasta a formare delle tasche. Spennellate ogni tortello con tuorlo d’uovo e latte e mettete in forno medio per 30 minuti, adagiandoli su un foglio di carta forno.
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