Mentre in molte parti del mondo si combatte sia contro l’influenza H1-N1 sia contro l’influenza stagionale, si moltiplicano le agenzie di stampa che trattano l’argomento. Molte di esse hanno diffuso la notizia in base alla quale diversi ministeri della Salute europei ed extraeuropei si sono raccomandati ai propri assistiti di assumere dosi superiori di vitamina D.
(Giornale Radio GR1, RadioUno, lunedì 23/11/09, ore 8,10).
Pesci, latticini, vegetali…
Ciò perché è ormai indiscutibile che questa vitamina poco conosciuta possa prevenire la malattia influenzale molto di più di quanto non riesca a fare l’arcinota vitamina C. Una complicazione potrebbe essere costituita dal fatto che la vitamina D non è così presente in natura come altre vitamine: si trova infatti soltanto nell’olio di fegato di merluzzo e in misura minore nei pesci grassi (salmoni e aringhe); nel latte e nei latticini; nelle uova, nel fegato e nei vegetali verdi (lattuga, bietole, spinaci). Esposizione alla luce solare e vita all’aria aperta ne favoriscono l’assimilazione.
Scoperte casuali
Ma come si è giunti a capire l’utilità della vitamina D nella battaglia contro l’influenza? Osservazioni casuali si sono succedute nel corso degli anni, da parte di medici generici (ricordiamo per esempio l’inglese Edgar Hope-Simpson, che aveva notato – analizzando un’ampia casistica – come la diffusione delle epidemie influenzali coincidesse con la ciclica diminuzione di vitamina D nell’organismo durante i mesi di minore insolazione).
Più di recente, lo statunitense John Cannell – in forza all’équipe medica dell’Atascadero State Hospital di Sacramento (California) – aveva rilevato una forte carenza di vitamina D in ben 32 pazienti. Sottoposti a una terapia rieliquibratice, i 32 furono gli unici ricoverati a non ammalarsi durante una forte epidemia di influenza che si manifestò pochi giorni dopo all’interno dell’istituto.
La catelicidina
Vien da chiedersi: perché funziona? L’ipotesi più accreditata è che la vitamina D possieda la proprietà di stimolare i globuli bianchi a produrre una sostanza chiamata catelicidina, antibiotico naturale che pare abbia il potere di aggredire agenti patogeni anche particolarmente aggressivi, proprio come quelli dell’influenza.
Vitamina D in tavola
Alcuni suggerimenti alimentari per reintegrare la propria dotazione di vitamina D:
SALMONE AL VERDE DI SPINACI
Lessare mezzo chilo di spinaci surgelati, scolarli e strizzarli. Intanto, preparare una salsa con senape, olio e limone e farla riposare qualche minuto. Cuocere in poca acqua e aceto balsamico quattro tranci di salmone da circa 1 etto l’uno e contemporaneamente, in un’altra padella, far saltare gli spinaci con cipolla e aromi per cinque minuti. Disporre i tranci di salmone su un letto di spinaci insaporiti, cospargere con la salsa, macinare un po’ di pepe bianco e… buon appetito!
SFORMATO DI BIETOLE IN CROSTA
Preparate con acqua, olio e farina una pasta liscia, morbida ed elastica e fatela riposare mezz’ora. Tritare le bietole, precedentemente lessate in pochissima acqua e ben strizzate, e incorporarvi la ricotta e tre uova. In una teglia unta d’olio stendere metà della pasta, versare su di essa le bietole tritate ben amalgamate e coprite con la restante pasta. Bucherellate la superficie, spennellatela di albume d’uovo e far cuocere in forno a 200° per un po’ meno di un’ora.
Vitamina D in movimento
Si sa che una sana attività fisica, contribuendo a irrobustire il nostro fisico, ci aiuta anche a resistere meglio agli agenti patogeni.
Oggi è possibile, nella tranquillità e nella comodità delle proprie pareti domestiche, poter svolgere il più sano movimento fisico in piena sicurezza.
Un’opportunità da non perdere!
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