Se un tempo valeva l’adagio “Dimmi come dormi e ti dirò chi sei”, oggi si rischia di dover condurre complesse analisi genetiche per arrivare al medesimo risultato. Shaker, questo il curioso nome del gene incriminato, sarebbe infatti la causa di notti insonni e traumatici risvegli.
Questo, in estrema sintesi, è quanto contenuto nello studio recentemente condotto da due ricercatori italiani, Giulio Tononi e Chiara Girelli.
Secondo i due studiosi della University of Wisconsin Medical School, che hanno affidato la notizia alle pagine della nota rivista Nature, il gene scoperto nella Drosophila melanogaster, al secolo il moscerino della frutta, potrebbe essere usato per individuare nuove cure contro le irregolaritá del sonno.
Ancor di più, in futuro si potrebbero mettere a punto delle molecole agoniste del canale ionico, che inducano sonno profondo, o sue antagoniste, che permettano di ristorarsi con pochissime ore di sonno senza risentirne a livello psicofisico.
Il gene Shaker, per la veritá, è giá oggetto di studi nel campo dell’anestesia da oltre 40 anni. Fino ad oggi, però non era stato dimostrata la sua importanza nella biologia del sonno. La ricerca, durata ben quattro anni di studi, ha esaminato circa novemila esemplari di moscerini. Tra questi, un gruppo è apparso in grado di dormire meno di quattro ore senza mostrare alcun tipo di problelema.
L’insolito nome del gene Shaker deriva proprio dal frenetico movimento delle zampe dei moscerini quando si riprendono dall’anestesia.
Secondo la psichiatra Chiara Cirelli questo gene non è presente solo negli insetti, ma ne esistono di analoghi anche nei mammiferi e negli esseri umani. Per ora, desta qualche perplessitá il fatto che i moscerini “geneticamente modificati” sono risultati meno longevi degli altri, ma secondo gli studiosi il nesso tra longevitá e deprivazione di sonno è ancora tutto da dimostrare.
Fonte: http://www.jugo.it
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