Appartiene alla famiglia delle zucche ed è forse il più caratteristico dei frutti di stagione.
Si tratta del cocomero, frutto noto fin dall’antichitá e sicuramente mangiato anche dagli egiziani più di 4000 anni fa. Ce ne parla dettagliatamente l’Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, che ne esalta i benefici per la salute (e per la linea) in un periodo in cui il caldo induce ad una maggiore perdita di acqua e sali minerali che devono essere reintegrati.
Il cocomero (o anguria), con un contenuto d’acqua pari al 95%, è addirittura paragonabile ad una bibita e per questo in alcune regioni d’Europa è conosciuto come melone d’acqua.
Ha un buon contenuto di potassio (che si perde con il sudore) e il sapore dolce è dovuto, più che agli zuccheri, a particolari sostanze aromatiche, il che rende il cocomero un eccellente prodotto per le diete dimagranti.
Insomma, mangiare una fetta di cocomero equivale più o meno bere un bicchiere d’acqua. Occorre però fare attenzione ai semi, perché contengono glucosidi che hanno una forte azione purgante.
Non vanno quindi deglutiti interi e tanto meno masticati. Come ci suggerisce l’Aduc, un buon cocomero si riconosce dalla buccia, di color verde scuro, o grazie alla percussione con le nocche delle dita che deve dare un suono ”sordo”.
Un metodo classico, che si usava tempo fa, era quello di assaggiarne un tassello; oggi questo non è più possibile, ma si può ricorrere ad un altro espediente pragmatico: grattare la buccia con l’unghia, se viene via facilmente il cocomero è maturo al punto giusto.
Per gentile concessione di Jugo.it
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