I bimbi italiani sono piu’ a rischio di allergie alla carne rispetto ai coetanei tedeschi, inglesi o scandinavi: nella penisola, come pure negli altri Paesi dell’Europa meridionale (Spagna o Grecia), questo problema ha una diffusione del 6-10%, contro lo 0-3% dei Paesi dell’Europa settentrionale.
E gli esperti puntano il dito contro l’usanza nostrana di far mangiare la ‘fettina’ fin da piccoli: ”Dando al bebe’ la bistecca o la carne trita invece dell’omogeneizzato, i genitori pensano di fare il suo bene, cucinando per lui una cosa piu’ sana.
Ma la cottura casalinga non riesce ad annientare gli allergeni della carne, che invece vengono distrutti con la cottura industriale”.
Occhio al periodo dello svezzamento, e’ l’avvertimento dell’allergologo Alessandro Fiocchi, responsabile della Divisione di Pediatria dell’ospedale Macedonio Melloni di Milano.
”Prima di acquistare al supermercato quelle confezioni di pappa pronta, consigliata proprio per questa fase della crescita, che contengono un po’ di tutto – ha suggerito – bisogna sempre concordarsi con il medico curante”.
A rivelare una maggiore frequenza delle allergie alla carne tra i bimbi di casa nostra e’ un’indagine internazionale condotta su 40 mila persone.
La ricerca, cui ha partecipato anche la clinica Melloni, e’ stata presentata in occasione del simposio ‘Allergy abroad’ che ha visto riuniti, ieri nell’ospedale di via Piceno, i maggiori specialisti italiani e americani.Dall’indagine, ha riferito Fiocchi, e’ emerso che ”il 5% degli europei (il 6% dei bambini e il 4% degli adulti) soffre di allergia alimentare.
Al primo posto nella classifica degli alimenti ‘incriminati’ ci sono per gli adulti la frutta e la verdura, seguite da latte (a sorpresa), uova e noci o nocciole, e per i bambini il latte, seguito da frutta e verdura (con reazioni sempre piu’ diffuse), uova e carne”.
Ma ”le allergie alla carne sono risultate molto piu’ diffuse nei Paesi del Sud Europa, Italia compresa, e riteniamo che il problema sia proprio l’abitudine di dare ai bimbi anche minori di un anno la carne invece dell’omogeneizzato”.
Uno studio della Melloni su 12 bimbi fortemente allergici alla carne, ha aggiunto la professoressa Patrizia Restani, docente di Chimica degli alimenti alla Facolta’ di Farmacia dell’universita’ degli Studi di Milano, ”ha infatti confermato che gli alimenti omogeneizzati e liofilizzati danno meno problemi della carne cotta in casa”.
L’obiettivo dell’incontro milanese era lo scambio di protocolli di diagnosi e cura. ”Abbiamo incontrato 26 delegati americani – ha proseguito Fiocchi – Loro hanno esportato i nostri test per le allergie alimentari e noi abbiamo importato i loro protocolli per il trattamento dello shock anafilattico”.
Dopo il caso della bimba di Chiavenna, morta per colpa di una fetta di dolce alle nocciole, ”la Regione Lombardia dispensa gratuitamente l’adrenalina, sostanza salvavita in grado di ‘tamponare’ per 15 minuti le conseguenze letali dello shock.
La Regione la fornisce agli ospedali e questi la distribuiscono agli allergici.
Ebbene – ha concluso il medico – il protocollo Usa, che adotteremo da domani, suggerisce di dare non una, bensi’ due dosi di adrenalina, almeno a certi pazienti: ai piu’ gravi, a quelli che vivono lontano da un Pronto soccorso e a coloro che devono tenere l’adrenalina in due posti diversi, per esempio la casa e il lavoro o la casa e la scuola”.
Vsb:t