Che il frigorifero di casa non fosse necessariamente il luogo più pulito della nostra abitazione, questo l’avremmo anche potuto sospettare. Ma l’esito di uno studio messo in atto dal Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti dell’Università di Padova, condotto dal prof. Valerio Giaccone su un campione di circa 2000 abitazioni, potrebbe dare risultati inquietanti. Sulla base di un’analoga indagine europea, infatti, in oltre il 20% dei frigoriferi del Vecchio Continente alloggerebbe la “Listeria monocytogenes”, batterio potenzialmente più pericoloso del più noto botulino e, in generale, il livello igienico dei nostri frigoriferi potrebbe risultare nettamente inferiore a quello riscontrato nei laboratori artigianali e nelle industrie in cui si cucinano o si confezionano cibi destinati all’alimentazione umana. Il recente diffondersi dell’”Escherichia coli” ci dovrebbe mettere in allarme.
Quale prevenzione? Gli esperti suggeriscono di togliere la brina dalle pareti e dal fondo dei frigoriferi quando questa supera i 2 millimetri, di lavare l’interno del frigo almeno ogni 15 giorni, di introdurre nell’elettrodomestico soltanto frutta o verdura lavata e asciugata separandole per tipo in sacchetti a tenuta stagna, di lavarsi le mani prima di aprire il frigorifero, di rispettare la catena del freddo (mai trattenere a temperatura ambiente per più di pochi minuti prodotti che recano l’indicazione “conservare a + 4°), di utilizzare sempre contenitori ermetici per la conservazione dei prodotti cucinati in eccesso rispetto al consumo (i cosiddetti “avanzi”). Troppe precauzioni da prendere? Forse, ma è in gioco la nostra salute.
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