Gli animali domestici ricoprono da sempre un ruolo importantissimo nella vita degli esseri umani.
Essi offrono un valido aiuto nel combattere la solitudine, lo stress e la conflittualitá degli individui.
Negli ultimi anni, poi, alla vicinanza degli animali da compagnia è stato riconosciuto il merito di favorire la buona riuscita di determinate terapie neurocognitive e comportamentali.
A questo nuovo approccio del rapporto tra uomo e animale è stato attribuito il nome di Pet-therapy (uso terapeutico degli animali da compagnia).
In particolare, questa tecnica risulta molto appropriata per i bambini che soffrono di autismo, una malattia che affligge in media 5,24 italiani su 10 mila. Il tema è stato approfondito durante un Corso teorico-pratico di Pet-therapy, organizzato presso la Clinica Villa Alba di Roma dall’Istituto neurotraumatologico italiano (Ini).
Secondo gli esperti, la vicinanza di un cucciolo è divenuto un importante strumento complementare alle terapie neurocognitive e comportamentali indispensabili per l’autismo.
I bambini possono infatti trovare nell’animale un mezzo per imparare ad utilizzare uno spazio fisico, corporeo e relazionale con il mondo esterno diverso dal consueto, senza bisogno della comunicazione verbale.
Il paziente non si sente minacciato, come succede con le persone, e può quindi uscire dal suo isolamento, creando nuovi spazi per la relazione con il terapista.
Il tutto si risolve inoltre in un miglior rapporto con le delicate dinamiche familiari e sociali, rinforzando e stimolando le capacitá cognitivo-relazionali anche con i propri cari. L’animale, quindi, rappresenta il primo passo verso un nuovo ambiente ricco di stimoli emotivi, sensoriali e relazionali.
Per gentile concessione di Jugo.it
Vsb:t