La Commissione Europea, dopo 12 anni di risposte negative, ha dato il via libera alla coltivazione anche in Europa di un tipo di patata transgenica, chiamata Amflora, brevettato dalla multinazionale della chimica Basf. La notizia ha destato un certo scalpore, perché finora il governo continentale aveva sempre respinto le richieste in merito da parte delle grandi aziende del settore, intenzionate a sperimentare anche in Europa coltivazioni di vegetali OGM. A dire il vero, la notizia va corredata da alcune informazioni.
La patata transgenica, per ora, non verrà utilizzata direttamente per l’alimentazione umana: il suo elevato contenuto in amido la rende infatti indicata per usi industriali (carta, cartone, colle) e per la produzione di mangimi destinati agli allevamenti di animali.
Dalle maggiori agenzie di stampa, si apprende che il presidente della Commissione Europea – lo spagnolo Barroso – ha precisato che non è sua intenzione “voler imporre la coltivazione degli OGM in Europa”, lasciando libero ogni Paese della Comunità di scegliere se autorizzare la produzione di patate Amflora sul proprio territorio. D’altra parte, il maltese John Dalli – commissario UE alla salute – ha sottolineato come la richiesta della Basf sia stata ”esaminata con la più grande attenzione, in modo che le preoccupazioni espresse da alcuni riguardo a una sua supposta dannosità venissero pienamente tenute in considerazione”.
Assoluta contrarietà alla decisione comunitaria è stata espressa dal ministro italiano delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia che ha affermato: ”Non solo non ci riconosciamo in questa decisione ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranita’ degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell’agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini”. ”Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall’alto – ha concluso il ministro – comprometta la nostra agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee” (Ansa) .
Non è nostra intenzione entrare nel merito della questione: ci permettiamo soltanto di sottolineare come la “vecchia” patata, originaria del Centro e Sudamerica e entrata nelle abitudini alimentari europee solo nel Settecento, sia un alimento prezioso, protagonista di preparazioni alimentari nutrientissime, particolarmente a base di carboidrati. Crediamo sia lecito domandarsi se prima o poi la patata Amflora entrerà a far parte dei nostri menu, soppiantando il tubero che ben conosciamo… Nel dubbio, oggi ci cuciniamo una bella teglia di patate “normali” alla Maitre d’Hotel, con prosciutto cotto, formaggio, besciamella, e gratinate in forno. E poi, se le calorie saranno state in eccesso, un po’ di sano movimento fisico, che non fa mai male… anzi!
Vsb:t