L’estate sta arrivando….hai trovato la dieta giusta per te?
Fai attenzione perché un lavoro pubblicato nel 2010 dall’Agence Nationale de Sécurité Sanitaire (Evaluation of the risks related to dietary weight-loss practices; www.anses.fr), afferma che i vari regimi alimentari “alla moda” sono spesso sbilanciati dal punto di vista calorico e di nutrienti (es: troppe proteine, pochissimi carboidrati, poca fibra….) con spiacevoli conseguenze:
- la perdita di peso è legata alla riduzione della massa muscolare con conseguente riduzione del metabolismo basale
- una riduzione del 10% di peso comporta una riduzione di 1-2% della densità minerale ossea
- alcuni tipi di diete, soprattutto quelle povere di carboidrati, sono associate a disturbi digestivi e stitichezza
A spasso tra alcune diete del momento
Diete a basso contenuto di carboidrati (Low-Carbohydrate Diets)
Queste diete sono caratterizzate da una distribuzione di nutrienti differente da quella della dieta bilanciata: contengono pochi carboidrati (circa il 10% delle calorie giornaliere invece del 55-60% come raccomandato dall’INRAN)!
Introdurre pochi carboidrati che cosa comporta?
Una rapida riduzione del peso corporeo difficile però da mantenere nel tempo (ricorda inoltre che i primi kg sono liquidi e non grasso!).
Sono considerate diete a basso contenuto di carboidrati la Atkins, Eco-Atkins, Dukan Diet, Medifast, Paleo Diet, South Beach Diet.
Al posto dei carboidrati cosa puoi mangiare?
Proteine e grassi! Via libera a pollo, manzo, pesce, uova perché sono cibi poveri di carboidrati. Da evitare dolci, pasta, pane, riso, patate, frutta… insomma tutti i cibi che contengono zuccheri!
Le diete molto povere di carboidrati sono pericolose?
Se introduci pochi carboidrati è difficile che tu riesca a raggiungere i fabbisogni consigliati di fibra, vitamine e sali minerali. Di solito le diete povere di carboidrati sono ricche di grassi, soprattutto saturi e ciò può far aumentare il tuo colesterolo. Inoltre con questo tipo di diete potresti avere disturbi vari quali nausea, debolezza, stitichezza (legata prevalentemente all’insufficiente apporto di fibra), alito cattivo.
Fai attenzione: sono di solito più ricche di proteine e i tuoi reni potrebbero affaticarsi!
N.B: Vari studi hanno provato che non è la riduzione dei carboidrati a “fare perdere kg” quanto invece la riduzione delle calorie giornaliere.
La famosa dieta Dukan è una dieta povera di carboidrati e ricca di proteine.
Come spiega l’inventore dott. dottor Pierre Dukan (Dukan P 2010 ‘Je ne sais pas maigrir.’ Flammarion: Paris), è caratterizzata da 4 fasi:
- Fase 1, di ATTACCO che dura circa 5 giorni e comprende 72 alimenti a base di proteine pure (NESSUN CARBOIDRATO).
- Fase 2, di CROCIERA in cui vengono alternati giorni in cui la dieta prevede solo proteine pure (dette “giornate PP”) e giorni in cui vengono aggiunte delle Verdure raccomandate (dette “giornate PV”). Questa fase dura fino al raggiungimento del peso desiderato.
- Fase 3, di CONSOLIDAMENTO che dura circa 10 giorni per ogni chilo perso che include le fonti proteiche previste nella fase 1 + le verdure della fase 2 + una porzione di frutta al giorno (esclusi banane, uva e ciliegie) + 2 fette di pane integrale al giorno + 40 g di formaggio, 2 cucchiai di crusca d’avena. Ogni settimana è possibile introdurre 2 porzioni di carboidrati (tipo pasta), e 3 fonti proteiche (agnello, arrosto di maiale, prosciutto cotto) e un giorno libero in cui è possibile mangiare quello che si vuole. Durante questa fase sono consigliati 25 minuti di camminata.
- Fase 4, di STABILIZZAZIONE che deve comprendere alcune regole tra cui: stabilire un giorno alla settimana in cui si mangia come nella fase 1, introdurre 3 cucchiai di crusca al giorno e fare movimento tutti i giorni (es fare le scale invece di utilizzare l’ascensore, camminare per 20 minuti al giorno).
Perché è meglio non seguirla?
Con questo tipo di dieta l’intake di fibra e carboidrati complessi è nettamente inferiore a quelli raccomandati per la prevenzione delle patologie cardiovascolari e del diabete. Inoltre l’apporto di antiossidanti, vitamine e sali minerali è insufficiente e studi hanno dimostrato che gli integratori alimentari non forniscono gli stessi nutrienti degli alimenti naturali;
L’apporto proteico è nettamente superiore a quello raccomandato e… troppe proteine affaticano i reni!
Gli effetti collaterali possono essere: alito cattivo, stitichezza, secchezza delle fauci e senso di fatica, tutte conseguenze derivate da una dieta a basso contenuto di carboidrati e ricca di proteine (come carburante viene bruciato il grasso corporeo e vengono prodotti i corpi chetonici).
Con questo tipo di dieta sai quanto sodio introduci?
Troppo! Nella fase 1 puoi introdurre anche più di 5000 mg di sodio superando nettamente il quantitativo raccomandato che è di 2000 mg.
Dieta chetogenica
La dieta chetogenica è una dieta ricca di proteine, di grassi e povera di carboidrati (4 gr di grassi per ogni gr di carboidrati) che porta alla produzione di corpi chetonici (acetone, acetoacetato e 3-idrossibutirrato) che se in eccesso non sono “salutari”.
I corpi chetonici si formano quando il corpo utilizza il grasso come fonte di energia.
Come agisce? Porta ad un rapido dimagrimento ma la perdita di peso è dovuta solo al consumo delle scorte di glucosio dell’organismo (il glicogeno) e alla perdita di acqua. La mancanza di carboidrati costringe l’organismo a ricavare l’energia dalle proteine muscolari con conseguente sovraccarico di lavoro per fegato e reni. Questo tipo di dieta porta inoltre al rischio di complicanze quali: stipsi, acidosi metabolica, ipercolesterolemia, litiasi renale, disidratazione, ipoglicemia e necessitano di continuo monitoraggio di parametri clinici e di laboratorio. E’ inoltre una dieta povera di vitamine e sali minerali.
Evidenze dimostrano inoltre che dopo una dieta chetogenica, l’intake calorico aumenta notevolmente con conseguente recupero di peso (Honors MA, Davenport BM, Kinzig KP: Effects of consuming a high carbohydrate diet after eight weeks of exposure to a ketogenic diet. Nutr Metab (Lond). 2009 Nov 19;6:46).
Continuando con le diete povere di carboidrati…La dieta a ZONA
La famosa dieta del Dott. Barry Sears pensa che l’aumento di peso sia legato ai livelli di insulina. E’ una dieta iperproteica che prevede l’eliminazione di cibi a indice glicemico elevato: le percentuali di carboidrati, proteine e grassi devono essere 40-30-30 ad ogni pasto. L’eccessivo apporto proteico (30% invece del 12-15% come consigliato dall’INRAN) potrebbe portare nel lungo periodo ad effetti nocivi sulla salute.
La maggior perdita di peso indotta dalla dieta a zona è ascrivibile alla drastica restrizione calorica imposta (in media 1000-1200 kcal per un soggetto sedentario) (Gentile MG. L’obesità-conoscerla per prevenirla e curarla; 2009).
Una delle ultime novità: la dieta Tisanoreica
Il metodo Tisanoreica ideato da Gianluca Mech prevede due fasi: nella prima fase (fase intensiva) devono essere eliminati i carboidrati; durante la giornata si assumono quattro “pietanze Tisanoreica” oltre ad alimenti classici come verdura, carne, pesce e uova. Nella seconda fase (fase di stabilizzazione) si reintroducono gradualmente i carboidrati a basso indice glicemico(es. integrali) e si assumono due “pietanze Tisanoreica” al giorno.
Le pietanze Tisanoreica (PAT: Porzione Alimentare Tisanoreica), sono costituite da proteine integrate dall’Attivatore Tisanoreica: un mix di otto piante (Papaia, Ananas, Malva, Anice Stellato, Finocchio, Carciofo, Tarassaco, Senna). Le pietanze Tisanoreica, inoltre, imitano i sapori dei nostri cibi quotidiani esclusi dalla classica dieta chetogenica e ciò permette di appagare il gusto ed evitare la monotonia. Le pietanze Tisanoreica sono disponibili in gusti dolci e salati (cioccolato, zuppe, etc).
La durata del protocollo varia da un minimo di 20 giorni (protocollo base) ad un massimo di 40 giorni (protocollo urto) e costa tra 500 e 600 euro.
Il protocollo dice l’inventore, deve essere intrapreso sotto controllo del proprio medico di fiducia mediante l’emissione da parte dello stesso di un semplice “Certificato di idoneità alla Dieta Tisanoreica” o da parte del Centro Studi Tisanoreica (gianlucamechspa.com).
E’ sicuramente una dieta difficile da seguire e mantenere nel tempo oltre che sbilanciata (meno carboidrati e più grassi e proteine) e …costosa.
Dieta delle “intolleranze alimentari”
Con il termine di intolleranza alimentare si intende ogni reazione avversa riproducibile che segue all’ingestione di un alimento o ad alcune delle sue componenti (proteine, grassi, carboidrati, conservanti…) e comprende reazioni tossiche, metaboliche ed allergiche; si usa sempre più frequentemente in modo non corretto anche per indicare avversioni psicologiche verso gli alimenti (Binetti et al. Manuale di Nutrizione Clinica. Ed SEU 2010).
Vengono spesso proposti vari test per diagnosticare una intolleranza alimentare come ad esempio il test citotossico, il DRIA test, la biorisonanza, l’analisi del capello… ma la letteratura scientifica ci dice che questi test non sono affidabili! Vengono di solito proposti per “trovare quell’alimento che ti fa ingrassare”. Qualora dovesse esserci una intolleranza nei confronti di un determinato cibo, la conseguenza non sarà l’aumento di peso ma piuttosto noterai vari disturbi gastrointestinali (quali nausea, vomito, diarrea…) con conseguente riduzione del peso.
La frase tipica è “ho fatto il test delle intolleranze e sono risultata intollerante al lievito. Ho tolto il lievito e sono dimagrita!”: il dimagrimento è legato ad una riduzione calorica (pensando di essere intollerante al lievito sicuramente saranno stati esclusi dalla dieta pane, biscotti…) e non ad un alimento in particolare.
Le diagnosi di intolleranze alimentari con questi test generano confusione e portano spesso a carenze nutrizionali importanti legate all’esclusione per un lungo periodo di vari alimenti.
Un accenno alla dieta del sondino (da www.sio-obesita.org)
La “Nutrizione Enterale Chetogena” (NEC) (o Nutrizione Enterale Proteica (NEP) o Nutrizione Enterale Domiciliare (NED), Nutrizione Artificiale Chetogena (NAC) o “dieta del sondino”, è una tecnica di somministrazione di una soluzione di elettroliti ed amminoacidi (50-60 g /die) tramite una sonda naso gastrica (che non dovrebbe essere mai rimossa durante i 10 gg del ciclo di
trattamento) e mediante una nutripompa (85 ml/h) portatile. Il protocollo di trattamento prevede inoltre la somministrazione quotidiana di inibitori di pompa protonica, lassativi, integratore di vitamine e sali minerali.
La Federazione delle Società Italiane di Nutrizione (Fe.S.I.N) ha elaborato un position statement in cui esprime il proprio punto di vista sulla COSIDDETTA NUTRIZIONE ENTERALE CHETOGENA (NEC) COME TERAPIA DELL’OBESITA’:
La NEC non è un trattamento dell’Obesità.
La NEC non va confusa con le diete a basso apporto di carboidrati e/o ad elevato apporto di proteine e/o chetogeniche e/o il “protein sparing modified fast” già presenti in letteratura.
La cosiddetta NEC non va confusa con la Nutrizione Artificiale Razionale e risultati della NEC non sono pubblicati né poggiano su solide evidenze scientifiche (EBM).
Efficacia, ruolo e rischio della “chetosi” (aumento dei livelli di “acetone” nel sangue) generata dal digiuno con poche proteine, sono da verificare.
Il trattamento globale della NEC (selezione dei pazienti, terapie delle complicanze dell’obesità, uso di lassativi o gastroprotettori) solleva molte perplessità. In definitiva, la FeSIN intende ribadire la propria posizione di critica e di cautela nei confronti di tutte le procedure proposte come trattamento del sovrappeso e dell’obesità che non abbiano ottenuto un riconoscimento scientifico rigoroso attraverso studi clinici controllati ed approvati da Comitati Etici.
Non sai quale scegliere? NESSUNA!
Prima di iniziare un qualsiasi regime dietetico ipocalorico consulta il tuo medico curante e rivolgiti a un centro multidisciplinare in cui oltre al medico potrai essere seguita da dietisti, psicologi, fisioterapisti e ricordati che il seguire spesso diete “non equilibrate” può essere una delle cause principali di comparsa di un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare (sia esso compulsivo in eccesso o restrittivo)!
Segui il “modello alimentare mediterraneo”
La dieta mediterranea non è una dieta specifica ma un insieme di tradizionali abitudini alimentari seguite dalla popolazione di 16 paesi che circondano il Mare Mediterraneo, e l’effetto finale di queste abitudini alimentari è quello di inibire l’aterogenesi. La “dieta mediterranea” è caratterizzata da adeguato consumo di pesce, frutta e verdura fresca e ridotto apporto di grassi saturi e sembra riassumere in sé le raccomandazioni dietetiche necessarie per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. In questo modello alimentare le calorie provengono per il 55-60% da carboidrati, per il 25-30% da grassi, e solo per il 10-15% da proteine.
La dieta mediterranea soddisfa le attuali raccomandazioni dietetiche per la riduzione del rischio cardiovascolare, consigliando intake giornalieri di fibra pari a 20-30 g/die, l’aumento di frutta e verdura e apporti di colesterolo < a 200 mg/die. (American Dietetic Association 2011).
Le persone con sindrome metabolica che seguono una dieta mediterranea hanno una significativa riduzione di: peso corporeo, indice di massa corporea (IMC), circonferenza vita, pressione arteriosa, glucosio, insulina, colesterolo totale, trigliceridi e citochine proinfiammatorie, ed un aumento del colesterolo HDL (ADA 2011).
Nella dieta mediterranea inoltre vengono consigliati alcuni degli alimenti che hanno un buon apporto di acido folico (vegetali a foglia verde, legumi, e frutta) che è importante per una riduzione dei livelli di omocisteina.
È tradizione della dieta mediterranea il consumo moderato di alcol con conseguenti benefici cardiovascolari per il suo contenuto di antiossidanti e polifenoli.
Il modello della dieta mediterranea viene spesso rappresentato con l’immagine di una piramide dove gli alimenti più importanti, di cui si deve fare un consumo giornaliero, si trovano negli strati inferiori (frutta e ortaggi per primi, poi pane, pasta, riso, cereali in genere, patate). Poco sopra, per via della minore porzione, ma sempre per un consumo quotidiano anche latte o yogurt e oli vegetali). Ai piani superiori ci sono gli alimenti da mangiare con più alternanza, come i formaggi e tutte le altre fonti proteiche (pesce, uova, legumi e poca carne), da consumare qualche volta alla settimana. In quelli ancora più in alto si trovano, invece, i cibi da consumare raramente (come i dolci e i grassi animali). Alla base di tutto, attività fisica quotidiana e acqua (www.inran.it)
E ricordati del DECALOGO Fe.S.I.N per il TRATTAMENTO DELL’OBESITA’ (2011):
– Dieta vuol dire: “Stile di Vita” –
- Seguire una dieta equilibrata e varia; svolgere una vita attiva;
- Evitare le “diete fai da te”;
- Alternare restrizioni ad eccessi alimentari può causare un aumento di peso;
- Non seguire le diete di amici o conoscenti, non sono personalizzate;
- Ricordarsi che spesso le diete pubblicizzate dai mass-media non hanno base scientifica;
- Non praticare il digiuno o diete squilibrate o troppo restrittive o che escludono gruppi di alimenti;
- Sottoporsi ad accertamenti per valutare lo stato di salute prima di iniziare una dieta dimagrante;
- Chiedere il parere del medico e/o del nutrizionista e/o del farmacista prima di assumere integratori;
- Praticare metodiche dimagranti invasive solo se prescritte ed applicate dal medico;
- La chirurgia dell’obesità è indicata per i soggetti grandi obesi e richiede controlli clinico-nutrizionali post-operatori per un lungo periodo di tempo.
La Fe.S.I.N., nel fare riferimento alle “Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana” dell’INRAN, raccomanda inoltre di non assumere farmaci non approvati dalla farmacopea ufficiale e di non seguire diete non validate dalla comunità scientifica (www.sio-obesita.org).
Per concludere
Non esiste una dieta dimagrante “standard” per tutti: la dieta “migliore” è quella che rispetta le proprie abitudini alimentari, facile da seguire nella vita quotidiana, senza eccessive restrizioni (in questo modo i kg verranno persi più lentamente ma mantenuti nel tempo) e monitorata da esperti in dietetica.
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