E’ stato recentemente pubblicato un ottimo articolo sulla dieta mediterranea e la prevenzione del cancro dal titolo: “Prevenzione del cancro in Europa: la dieta mediterranea come fattore protettivo”. (Attilio Giacosa et al. Cancer prevention in Europe: the Mediterranean diet as a protective choice. European Journal of Cancer Prevention 2013, 22:90–95)
Ecco cosa ci dice.
Incidenza del cancro e andamento europeo
Nonostante più del 40% di morti per cancro possa essere prevenuta, questo rappresenta comunque la seconda più importante causa di morte e morbidità in Europa, con più di 3 milioni di nuovi casi e 1,7 milioni di morti ogni anno.
La popolazione europea, che rappresenta circa 1/8 della popolazione mondiale, presenta comunque un quarto di tutti i casi di cancro a livello mondiale. Tabacco e consumo eccessivo di alcol causano circa 1/3 dei casi totali. La percentuale di cancro aumenta ulteriormente del 40% se causata anche da uno stile di vita non sano (una dieta inappropriata, obesità e un’attività fisica insufficiente).
Il numero più alto di morti per cancro ogni anno in Europa è rappresentato da cancro al polmone, colon e seno e il consumo di tabacco da solo è il più importante fattore di rischio.
L’Europa offre un “laboratorio” ideale per la formulazione e la stesura di ipotesi sulle cause di cancro nell’uomo. La più alta incidenza di cancro in Europa si ha per colon e retto, seno, polmone, prostata, stomaco, vescica, pancreas, testa e collo, rene e linfoma non-Hodgkin.
In Europa del sud e centrale sono più comuni il cancro al polmone, cervice e stomaco. La Scandinavia ha un’incidenza simile all’Inghilterra e Danimarca. In paesi con una tradizionale bassa incidenza e mortalità, il cancro colon-rettale è stabile/in aumento a causa dei cambiamenti delle abitudini nutrizionali e dell’obesità.
L’incidenza di melanoma, cancro alla prostata, testicolo, polmone nella donna e seno sono in aumento (le ultime due sono causate rispettivamente dall’aumento del fumo e dai diversi comportamenti sessuali). Il cancro alla laringe, alle ovaie e alla vescica è stabile o in diminuzione. Consistenti diminuzioni sono state osservate per il cancro allo stomaco e polmone nell’uomo, grazie a migliori conservazioni dei cibi, igiene personale, eradicazione di Helicobacter Pylori, programmi di screening, minore incidenza di fumo tra i maschi.
Nei prossimi anni i tassi di morte per cancro in Europa potrebbero scendere ulteriormente, ma il numero totale di casi potrebbe aumentare, soprattutto come conseguenza dell’aumento di incidenza di fumo tra le donne, l’aumento di obesità e l’invecchiamento. Inoltre il prossimo obiettivo per la prevenzione del cancro in Europa sarà l’adozione di una dieta sana, il controllo dell’obesità, in aggiunta al decremento delle abitudini al fumo.
Obesità e cancro
Un’ampia evidenza è stata raccolta per mostrare una correlazione positiva tra un eccesso di peso corporeo e un aumento del rischio di cancro al seno, colon, endometrio, cistifellea, adenocarcinoma dell’esofago, cardias, rene e pancreas.
Il tessuto adiposo è un organo endocrino attivo. I meccanismi in base ai quali il tessuto adiposo può influenzare il rischio di cancro sono: la produzione di ormoni sessuali steroidei, gli effetti sulla sensibilità insulinica, la produzione di IGF (fattori di crescita insulino-simile), azioni su altri ormoni del tessuto adiposo e aumenti nello stress ossidativo e nell’ infiammazione cronica di lieve entità.
Dieta mediterranea e cancro
Un modello di dieta sana nei Paesi europei è la tradizionale dieta mediterranea, che è basata su un alto consumo di vegetali, cereali, olio di oliva come principale grasso di condimento, un basso intake di carne rossa e un moderato consumo di vino. Una dieta ricca in frutta e vegetali protegge contro i comuni tipo di cancro epiteliali, in particolare quelli del tratto digestivo. L’intake di cibo integrale è stato associato a un ridotto rischio di cancro colon-rettale e di altre neoplasie. Infatti alcuni studi con gruppi di controllo hanno riportato un effetto favorevole della fibra sul cancro al colon e al retto. Al contrario, in studi condotti nelle popolazioni mediterranee, l’intake di grano raffinato è stato associato ad un aumentato rischio di cancro allo stomaco, colon-rettale e al tratto superiore gastrointestinale. Cereali raffinati e zucchero sono responsabili di sovraccarico glicemico ed insulino-resistenza e ciò potrebbe portare alla promozione della crescita cellulare attraverso specifici ormoni o IGF. Il ruolo dei grassi nel rischio di cancro al seno e colon-rettali, così come di altri tipi di cancro, rimane una delle maggiori domande aperte.
In un ampio studio svolto in Italia, la sostituzione isocalorica del 5% delle calorie totali da grassi saturi a grassi insaturi è stata associata alla riduzione nel rischio di cancro al seno e colon-rettale. L’uso di olio d’oliva al posto del burro e di altri grassi aggiunti sembra contribuire al decremento del rischio di vari tipi di cancro comuni: in particolare vi è una spiccata evidenza di un effetto favorevole sul rischio di cancro al tratto superiore digerente. L’olio d’oliva è una maggiore fonte di grassi monoinsaturi nei Paesi mediterranei, ma anche un’importante fonte di alcuni micronutrienti e componenti alimentari che potrebbero essere inclusi nella prevenzione del cancro.
La dieta mediterranea racchiude pienamente tutti questi requisiti: aumento dell’intake di frutta e vegetali, riduzione del consumo di carne rossa, uso di cereali integrali al posto di quelli raffinati, uso di olio d’oliva e di altri grassi insaturi al posto di quelli saturi. Sulla base di questi dati, più del 25% del cancro colon-rettale, 15% di cancro al seno e 10% del cancro alla prostata, pancreas ed endometrio potrebbero essere prevenuti se le popolazioni dei Paesi ad alto rischio seguissero la sana dieta tradizionale mediterranea.
In più la dieta mediterranea potrebbe aiutare a mantenere un regolare peso corporeo che è una delle priorità nella prevenzione del cancro. Negli ultimi anni non è stato osservato in Italia e in Francia alcun incremento nel sovrappeso e nell’obesità. Dal punto di vista dei potenziali meccanismi di prevenzione, le analisi dello schema dietetico della tipica dieta mediterranea ha mostrato numerosi aspetti protettivi, come un rapporto bilanciato di ω6 e ω3, un alto consumo di fibre, antiossidanti e vitamine E e C, alcuni dei quali hanno mostrato di essere associati a un minor rischio di cancro.
Alcol e rischio di cancro
Nel 2002 400.000 casi di cancro sono stati attribuiti al consumo di alcol; tali valori rappresentano il 3,6% di tutte le cause di cancro (5.2% negli uomini e 1.7% nelle donne). Tali valori sono particolarmente alti tra gli uomini dell’Europa centrale e orientale. Tra le donne, il cancro al seno comprende 60% dei cancri attribuibili all’alcol. Il consumo di bevande alcoliche aumenta il rischio di cancro alla bocca, faringe, ghiandole salivari, nasofaringe, esofago e laringe. Il rischio aumenta approssimativamente in proporzione al consumo. Inoltre agisce in sinergia con fumo, moltiplicando l’effetto. Il componente maggiore che determina il rischio di cancro è l’etanolo. In Europa e nord America, il cancro alle vie respiratorie e all’apparato digerente superiore è raro in assenza di fumo e solo pochi studi hanno incluso un sufficiente numero di casi tali da fornire informazioni utili sull’ effetto dell’alcol di per sé. Non c’è ragione per assumere che il tabacco sia l’unico agente carcinogenico cui sono esposte le vie respiratorie e digerenti superiori, e l’etanolo potrebbe facilitare l’effetto di alcuni agenti non conosciuti nei non fumatori. L’acetaldeide è una metabolita dell’alcol carcinogenico.
Un’assunzione eccessiva di alcolici, come avviene nei forti bevitori, è generalmente associate a una nutrizione povera, che aumenta il rischio di cancro (in particolare del faringeo, esofageo e laringeo). Studi a coorte con casi controllo hanno suggerito una relazione diretta tra il consumo di alcol e il cancro colonrettale. La relazione, comunque, è moderata, in quanto il rischio è di circa 50% aumento con alti livelli di consumo di alcol.
L’alcol è fortemente associato a cirrosi e a cancro al fegato primario. La relazione è difficile da esaminare perché la maggior parte dei tipi di cancro al fegato alcol-correlati si generano da una degenerazione cirrotica.
Per quanto riguarda il cancro al seno, è emerso , grazie a studi validati italiani, che il consumo di alcol è moderatamente correlato al rischio di cancro al seno. Questa associazione spiega il 12% dei casi di cancro al seno in Italia, e quindi rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio evitabili per neoplasie. Sulla base dei dati raccolti si può concludere che le limitazioni al consumo di alcol indicati dall’ Euopean Code Against Cancer (20g/die per uomini e 10g/die per donne) è associato ad una riduzione del 90% dei casi di cancro e decessi per cancro attribuiti all’alcol negli uomini e più del 50% dei casi di cancro legati all’alcol nelle donne.
Il consumo di alcol limitato a 2 unità/die nell’uomo e 1 unità/die nella donna è una priorità nella salute pubblica globale.
Bere secondo le abitudini mediterranee e cancro
Il consumo di alcol era tradizionalmente alto nelle regioni mediterranee, particolarmente in Francia e in Italia, ma un sostanziale declino è stato osservato negli ultimi 30 anni. Queste regioni hanno particolari caratteristiche riguardo all’assunzione di alcol, in quanto vi è un regolare consumo di bevande alcoliche (soprattutto vino) durante i pasti.
L’incidenza e la mortalità per cancro alle vie digerenti superiori e per i tratti respiratori sono state particolarmente alte negli anni ‘70 e ‘80 in Francia, nel nord Italia e nella Spagna. Negli anni ‘90 in Italia le morti totali correlate all’alcol (malattie epatiche, cancro, incidenti stradali) sono state stimate essere intorno al 5% tra tutte le morti, e al 10% in Francia. Attualmente queste stime sono probabilmente inferiori del 50% a causa della sostanziale riduzione del consumo di alcol, questo non solo perché è diminuita la mortalità per cirrosi e incidenti, ma anche perché è scesa la mortalità per cancro alcol-correlato in Francia e in Italia. Ora i valori più alti sono riportati in Europa centrale e orientale.
Allo stesso tempo, un consumo moderato di alcol può avere effetti protettivi contro il linfoma di Hodgkin e alcuni tipi di malattie cardiache, in particolar modo l’ischemia cardiaca. Considerando gli effetti positivi e negativi dell’alcol sulla salute, le raccomandazioni sono di limitare il consumo di alcol a non più di 30g/die di etanolo (circa 2 unità di birra, vino o superalcolico al giorno, all’interno dei pasti) per gli uomini e 15g/die (un’unità) per le donne.
Il vino rosso, che è tipicamente consumato nelle regioni mediterranee, contiene componenti bioattive potenzialmente protettive (soprattutto fenoliche) e in particolare flavonoli e resveratrolo. Recenti innovazioni nella viticoltura e ricerche enologiche hanno permesso un miglioramento nelle concentrazioni delle componenti fenoliche in uva e vini. I bevitori moderati di vino rosso consumano polifenoli a livelli ben sopra la media della popolazione. Uno studio danese su 156 pazienti suggerisce che i bevitori di vino abbiano un minor rischio di cancro alle vie digerenti superiori rispetto a chi ha un intake similare come birra o superalcolici. Alcuni studi però, hanno mostrato risultati inconsistenti.
Più recentemente, uno studio di 380mila americani, uno stile mediterraneo, con alto intake di frutta e verdura, frutta secca, pesce, basso intake di latticini e carne, 5-25g/die di alcol hanno mostrato una riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, sia in maschi che femmine. Questo studio inoltre conferma che la dieta mediterranea è associata a una minore mortalità per cancro.
Il consenso Grinzane su “dieta mediterranea e prevenzione del cancro: cibo e vino per uno stile di vita sano”
Un forum tenuto a Grinzane Cavour (Italia) nel novembre 2011, pone le domande cruciali su come modificare il rischio di cancro con la dieta. E’ risultato che la dieta mediterranea è caratterizzata dall’uso di olio d’oliva, frequente consumo di frutta e verdura, pesce, legumi secchi e cereali integrali, moderato consumo di latticini e un basso consumo di carni rosse elaborate, con inoltre un limitato consumo di vino ai pasti. Sono comunemente usate frutta secca, spezie ed erbe. La dieta mediterranea è associata a una riduzione di rischio per malattie cardiovascolari e cancro. Se la dieta mediterranea fosse introdotta in paesi con un’alimentazione tipicamente occidentale, il rischio totale di cancro potrebbe essere ridotto del 10% e in particolare il rischio di tumore al colon-retto e ad altri tratti digerenti potrebbe essere diminuito del 25%. I meccanismi biologici di prevenzione del cancro associati ad una dieta mediterranea sono stati correlati a effetti positivi di una quantità bilanciata degli acidi grassi essenziali ω6 eω3 e un alto apporto di fibra, antiossidanti e polifenoli contenuti in frutta, verdura, olio di oliva e vino. La dieta mediterranea include anche un “modo di bere mediterraneo”, che è un consumo regolare e moderato di vino, principalmente con il cibo. Questo modo di bere aumenta la longevità, riduce il rischio di malattie cardiovascolari e non incide in modo marcato sul rischio totale di cancro.
Vsb:t