Certo, l’estate non è forse la stagione in cui è più facile preoccuparsi del nostro benessere fisico. Le vacanze, poi, spesso costituiscono un vero e proprio attentato alla nostra linea: nonostante il maggior movimento fisico (sport da spiaggia, nuotate, passeggiate in montagna…) il calo dell’autocontrollo ci conduce assai spesso ad esagerare con il cibo, di frequente trascinati in questo anche, o soprattutto, dalla incrementata vita sociale: durante le vacanze, infatti, sono assai frequenti le occasioni per trasgredire a tavola sottoforma di pranzi o cene al ristorante in allegra compagnia.
Adieta.it, sensibile ai vostri sensi di colpa e alla coscienza che un po’ vi rimorde, vi indicherà in questa nuova rubrica le strade più semplici e efficaci per rimediare agli eccessi vacanzieri. Seguiamo insieme le avventure del nostro protagonista Paolo e dei suoi amici: le loro vicende esemplari potranno esserci molto utili per vivere meglio.
Una mangiata al ristorante in riva al mare…
Che in Romagna si mangiasse bene spendendo il giusto, questo lo sapevo da tempo. Per questo non mi sono fatto pregare quando Tommaso, Patrizia e tutti gli altri della compagnia mi hanno invitato a una cena presso il ristorante “Dal pescatore” sulla riviera romagnola. Ho lasciato volentieri per una sera il mio eremo da single sulle colline forlivesi dove sto trascorrendo le vacanze cercando la quiete e l’ispirazione per scrivere il mio nuovo libro, ho inforcato la moto e ho raggiunto il litorale adriatico.
Il ristorante è davvero carino, proprio in riva al mare; la compagnia è di quelle giuste e l’allegria contagiosa non fatica a farsi largo. Siamo una dozzina, Tommaso ha prenotato il tavolone e stabilito un menu, la serata è piacevolmente tiepida e nella compagnia c’è anche una ragazza francese che si chiama Odette e che non avevo mai visto prima, ma che mi piace parecchio.
Siamo tutti affamati e saltiamo i preliminari: niente aperitivo e subito a tuffarci sull’antipasto. Una bella piadina appena sfornata è quel che ci vuole, soprattutto se insaporita facendoci sciogliere in mezzo due o tre fettine di lardo (non sarà quello di Colonnata, ma è ugualmente molto appetitoso).
Il primo: il menu prevede un classico che mi fa impazzire, gli spaghetti con le vongole. Un bel piattone e via! Come secondo, mi lascio tentare da un altro classico: il fritto misto, con totani e gamberetti, cucinato come dio comanda, croccante e saporito. A ingentilire il tutto, le verdure pastellate come contorno: zucchine, melanzane e carotine… Odette è seduta proprio di fianco a me e tanto per rompere il ghiaccio continuo a versarle da bere e lo verso anche a me: è un bianco fresco e leggermente frizzante che invita a numerose repliche. Poi è l’ora del dolce: fin da quando ero bambino e me lo preparava la mamma, non so resistere per principio al tiramisù, e me ne mangio una generosa porzione. Infine caffè e amaro. Il conto è più che onesto, il che aiuta a concludere degnamente la serata.
Odette non è che mi abbia filato più di tanto e quindi decido di tornarmene in moto nel mio eremo collinare. L’aria fresca della notte mi aiuta a recuperare una certa lucidità di pensiero e rifletto su quanto ho mangiato troppo: in una sola cena ho introdotto nel mio fisico quasi 2500 calorie, poche proteine (neanche 80 grammi), grassi e colesterolo in quantità industriale, zuccheri a dismisura… Ci credo che Odette non mi abbia dato corda, non mi sono certo comportato come un modello di virtù. E mentre mi inerpico sulle ultime salite che mi separano dal mio desideratissimo letto, giuro a me stesso che da domani mi preoccuperò maggiormente del mio fisico, innanzitutto smaltendo il frutto della mia esagerazione serale.
… e un tapis roulant per rimettermi a posto!
Al risveglio, la mia convinzione è ancor più ferma. Salto giù dal letto, mi preparo un tè leggero e intanto che l’acqua bolle mi gusto uno yogurt magro e una pesca. Poi ringrazio la mia preveggenza che mi aveva fatto scegliere un appartamento in affitto dotato di attrezzi per il fitness e passo all’azione. Mi faccio 40 minuti di camminata, a 6.0/6.5 di velocità su tapis roulant con inclinazione 3.5 / 4.0 di salita, ricordandomi che durante la camminata aerobica ci si deve idratare spesso ed è bene mantenere un ritmo il più possibile costante con appoggio del piede tacco/punta e, appena acquisita la giusta stabilità, è opportuno togliere le mani dagli attacchi per migliorare la propria capacità motoria di coordinazione tra la parte alta e quella bassa del corpo.
Dopo questo esercizio, gli eccessi della serata precedente saranno soltanto un piacevole ricordo. Mi godo una doccia e, prima di rimettermi a scrivere (dovrò pur finirlo questo libro, l’editore non aspetta in eterno) ripongo la felpa che tornando a casa avevo buttato su una sedia. In una delle tasche, un biglietto: ci sono scritti un nome, Odette, e un numero di telefono. Stasera la chiamo. E starò ben attento a non mangiare troppo…
Paolo
Vsb:t