La pera è il “falso frutto” (come quello prodotto dal melo) di una pianta delle Rosacee ormai diffusa in ogni parte del mondo, sia nell’emisfero australe sia in quello boreale. Questo gli consente di essere disponibile sui mercati internazionali durante ogni stagione, anche se alle nostre latitudini, come prodotto “nostrano” estivo-autunnale, la pera è disponibile a partire con abbondanza soprattutto dalla fine di luglio per essere conservata, soprattutto tramite refrigerazione, per molti mesi.
Una scelta fra tante qualità
Sono molte le varietà coltivate in Italia: la più diffusa è la William, qualità ottenuta in Gran Bretagna alla fine del 1700. Di forma tendente al tondo, senza venature di colore contrastanti, quindi cromaticamente compatta nei toni del verde e del giallo, dalla buccia liscia e sottile è molto succosa e incontra il gusto della maggior parte dei nostri connazionali. Molto apprezzata anche la cosiddetta “William Rossa” (in realtà registrata come Max Red Bartlet) dalla caratteristica livrea giallo-rossastra con venature bicolori. La pera William è anche la più utilizzata nell’industria alimentare per la preparazione di succhi e conserve.
La pera Decana è di origine francese (inizio 1800) ed è caratterizzata da forma decisamente tondeggiante, polpa saporita e talvolta granulosa, di pasta dura, che la rendono ideale per la cottura o la confezione di marmellate.
La Abate Fètel (nota più semplicemente come pera Abate) ha la buccia gialla punteggiata di ruggine e il collo molto allungato. La polpa è di consistenza burrosa, altamente zuccherina.
Di origine francese come la precedente è la pera Kaiser, dal caratteristico color ruggine e dalla forma molto allungata, dalla polpa dura e succosa e dal gusto con venature acidule.
La pera Conference, inglese di origine, è diffusa in Italia da poco più di cinquant’anni e si distingue per la buccia giallo-verde e parzialmente rugginosa.
Tipicamente italiana è la piccola pera Coscia, prodotta soprattutto in Sicilia e in Toscana, che è la più diffusa e conosciuta fra i cultivar tradizionali originari del nostro Paese e reperibile ancora in piena estate. Fra queste specialità regionali, va ricordata la pera Martinsec, decisamente autunnale, di piccole dimensioni e destinata quasi esclusivamente al consumo dopo cottura.
Una riserva di proprietà nutrizionali
La pera è straordinariamente ricca di fibre solubili e insolubili. Basti pensare che un solo frutto di medie dimensioni soddisfa il 16% del fabbisogno quotidiano. Efficace per l’attività intestinale, svolge inoltre una specifica azione contro l’eccesso di colesterolo nel sangue. La pera contiene molto potassio e per questo viene raccomandato il suo consumo da parte di chi svolge attività fisica regolare, essendo un buon coadiuvante per la contrazione cardiaca e per la trasmissione dello stimolo nervoso e muscolare.
Utilissima nelle diete
Questo frutto può svolgere un importante ruolo nelle diete perché, grazie all’elevata presenza di pectina che tende a formare una consistente massa gastrica, blocca così il senso della fame. Indicata per chi soffre di ipertensione arteriosa, ha anche proprietà diuretiche, depurative, rimineralizzanti.
La pera in cucina
Come sottolinea anche un noto detto popolare, la pera si presta molto bene a utilizzi culinari anche inconsueti: abbiamo scelto questa gustosa
Insalata del contadino
Dopo aver mondato dalle foglie esterne un cespo di scarola e averlo ben lavato e sgocciolato, farlo a striscioline e depositarlo sul fondo di un’insalatiera. Aggiungere le fettine di pera Decana fino a coprire la scarola. Infine, spargere il pecorino sardo fatto a scaglie non troppo grandi.
A parte, preparare una vinaigrette con aceto, sale, succo di limone, olio e pepe mescolando ben bene tutti gli ingredienti. Condire l’insalata con questo composto, aggiungendo senape a piacere. Completare con gherigli di noce e lasciar riposare per dieci minuti prima di servire.
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