I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono costituiti da un insieme di patologie sempre più diffuse.
Il termine DCA solitamente si riferisce a un disturbo o disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, comprendono altre sindromi cliniche per le quali è estremamente difficile stabilire dei confini:
- Il Binge Eating Disorder o sindrome da alimentazione compulsiva
- I disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati.
La mortalità di tali patologie è molto elevata rispetto a quella attesa per la popolazione di età simile si parla di un tasso di mortalità che varia dal 5.9% sino al 8.4% .
Possono manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni nella fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni, inoltre 9 malati su 10 sono donne. Secondo la American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali. La malattia è molto complessa, ed è il risultato dall’intreccio di svariati fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, legati ad una eccessiva importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo costante su di esso.
I fattori predisponenti possono essere una storia di soprappeso e di diete in età infantile, alcune malattie croniche, tra le caratteristiche psicologiche si possono elencare tratti ossessivi di personalità, perfezionismo patologico, rifiuto del proprio corpo.
L’ anoressia e la bulimia però possono anche dipendere anche da situazioni gravi come violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne.
Anoressia nervosa
Le caratteristiche principali di questa forma di DCA sono:
- Peso corporeo basso o molto basso;
- Alimentazione con marcate restrizioni;
- Paura di ingrassare marcata;
- Amenorrea;
- Vomito e pratiche purgative occasionali o frequenti.
Una persona diventa anoressica quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza.
L’ anoressia è conseguente al rifiuto ad assumere cibo, determinato da una intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, anche quando si è sottopeso. Solitamente chi è colpito da questa patologia rinuncia a cibi contenenti grassi per concentrarsi su alimenti poco calorici come frutta, verdura, yogurt.
La persona anoressica conosce perfettamente il contenuto calorico di ogni cibo e i suoi contenuti nutrizionali. Frequentemente i pasti vengono evitati o consumati con estrema lentezza, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito. Il corpo viene percepito e vissuto in modo alterato, con un eccesso di attenzione alla forma, un eccesso di attività fisica e la visione alterata del proprio essere, solitamente la condizioni di sottopeso non è riconosciuta.
Nelle prime fasi della malattia fare una diagnosi è molto complicato poichè i cambiamenti fisici che accompagnano l’adolescenza e che comportano squilibri di peso e altezza possono mascherarne le prime fasi.
Nei bambini, è più comune che l’ anoressia si manifesti attraverso altri sintomi, come la nausea e il sentimento di non fame. Nelle ragazze, invece, uno dei sintomi più classici è l’interruzione del ciclo mestruale per almeno tre mesi successivi.
L’anoressia si manifesta in due modi :
- Con restrizioni nella qualità e nella quantità degli alimenti ingeriti, tale riduzione è costante;
- Con abbuffate e successiva eliminazione: alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche, aumento smodato dell’attività fisica per perdere peso.
Le persone che soffrono di anoressia nervosa possono arrivare ad un livello di logoramento fisico che può comportare danni e complicazioni anche gravi a carico di tutti gli organi interni:
- Gonfiori a livello addominale, stipsi e dolori;
- Rallentamento del ritmo cardiaco e ipotensione;
- Anemia;
- Amenorrea;
- Osteoporosi;
- Pelle dal colorito giallastro, secca e disidratata;
- Perdita di capelli
Bulimia nervosa
Le caratteristiche principali di questa forma di DCA sono:
- Peso corporeo normale;
- Alimentazione con periodi di digiuno, vomito e binge eating;
- Paura di ingrassare marcata;
- Ciclo mestruale irregolare o normale;
- Vomito e pratiche purgative frequenti.
Una persona bulimica si abbuffa in modo molto diverso da quello che avviene quando normalmente si mangia troppo.
Le caratteristiche tipiche del comportamento bulimico sono:
- Ingestione di una quantità eccessiva di cibo, a volte per un totale di diverse migliaia di calorie, in un arco di tempo molto stretto, per esempio nel giro di un’ ora, e solitamente di nascosto da altri;
- Sensazione di perdita di controllo (“non riesco a smettere di mangiare);
- L’abbuffata è preceduta e seguita da uno stress emotivo molto forte.
Dopo aver mangiato in modo così eccessivo, sopraggiunge il senso di colpa e la persona bulimica tende a punirsi vomitando, ingerendo diuretici e lassativi con l’intento di dimagrire. Se questo comportamento diventa ripetitivo, ad esempio si manifesta due volte alla settimana per tre mesi, si è di fronte a un chiaro segnale di disordine alimentare. Raramente, i pazienti bulimici non si infliggono alcuna punizione.
Con il passare del tempo il paziente diventa depresso e prova un forte senso di odio verso se stesso, nascondendo il proprio comportamento agli altri.
La pratica del vomito autoindotto genera vari tipi di complicanze:
- Erosione dello smalto dei denti e infiammazione delle gengive;
- Rigonfiamento delle ghiandole salivari;
- Infiammazione dell’esofago, esofagite e gastrite;
- Alterazione dell’equilibrio idro-elettrico come carenza di potassio che porta ad alterazioni del battito cardiaco.
Cura
“Nel momento in cui ci si rende conto di soffrire di un Disturbo del Comportamento Alimentare sarebbe opportuno rivolgersi al proprio medico oppure ad un centro specializzato nei Disturbi dell’Alimentazione . E’ bene ricordare che un Disturbo del Comportamento Alimentare esprime un disagio psicologico che tuttavia si può riflettere anche gravemente sulla salute fisica.
La diagnosi deve essere fatta da uno specialista, possibilmente uno psichiatra, meglio se con specifica formazione nel campo dei disturbi dell’alimentazione.
I Centri di Salute Mentale dovrebbero poter offrire informazioni in proposito”.( www.inran.it ).
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