L’autorevole “Journal of Gerontology: Social Sciences” ha di recente pubblicato i risultati di una ricerca condotta fra il 1995 e il 2005 dalla Purdue University dell’Indiana (USA) che ha interessato un campione di 500 persone di età compresa tra i 55 e i 74 anni. Chi nel 1995 aveva dichiarato di sentirsi più giovane rispetto alla propria età anagrafica, dopo 10 anni dimostrava di possedere capacità intellettuali e cognitive nettamente superiori a chi invece percepiva un’età coerente o addirittura superiore.
“Questo finalmente prova, al di là di ogni ragionevole dubbio – dice Markus H. Schafer della Purdue University – che la percezione della propria età ha un impatto profondo sul processo di invecchiamento: in altre parole, sentirsi vecchio in anticipo non fa altro che accelerare i disagi dell’età, che sono forse inevitabili ma certamente rimandabili”. Come? Camminare molto (almeno diecimila passi al giorno per tre giorni la settimana), praticare ginnastica da casa con attrezzi collaudati e adatti alla terza età, mangiare molta frutta e verdura evitando per quanto possibile i grassi saturi, ridurre l’alcool ed eliminare il fumo, vivere all’aria aperta e, se si è pensionati, impegnarsi in qualche attività umanitaria o di aggregazione.
Tutto questo favorisce il buon umore e l’autostima, che aiutano a percepire la propria età come inferiore a quella anagrafica. Sentirsi giovani aiuta a rimanerlo più a lungo: facile a dirsi… ma in fin dei conti anche a farsi.
Vsb:t