Avevo conosciuto Miguel a casa di comuni amici e ci siamo subito trovati simpatici. Lui viene dal Messico, precisamente da Santiago de Queretaro, nella zona centromeridionale del Paese. La sua città, poco conosciuta all’estero nonostante abbia più di un milione di abitanti, gode fama di essere la “capitale della cucina messicana”, in quanto crocevia di molte migrazioni interne e esterne che hanno contribuito a rendere le sue tradizioni culinarie una ideale sintesi di ciò che la gastronomia messicana può offrire ai palati più esigenti.
Non ho mai chiesto a Miguel se questa affermazione corrispondesse a verità o non si trattasse piuttosto della solita invenzione di qualche giornalista. Basti comunque sapere che Miguel ha l’hobby della cucina, e che se la cava molto bene a spadellare , quasi come a tradurre dallo spagnolo poeti e prosatori centramericani, che è il mestiere che sa fare meglio. Sabato scorso ha invitato un po’ di amici a casa sua, per una cena “mexicana”. Ecco com’è andata…
Meglio a casa che al ristorante…
La cucina casalinga messicana è piena di sorprese, di contrasti, di inconsuetudini che si spingono ben più al di là di quanto non facciano i ristoranti tipici che da qualche anno sono spuntati come funghi in tutte le nostre città. Come dice Miguel, mangiare messicano al ristorante in Italia equivale a conoscere una bella ragazza e non poter uscire con lei. La metafora è un po’ letteraria, ma si capisce cosa voglia significare, vero?
… per un menu fantasiosamente calorico.
L’antipasto con cui Miguel ci ha accolti è davvero singolare: una crema di semi di zucca con cotenna di maiale. Si prendono i semi di zucca (solo la parte interna, quella verdastra) e si frullano dopo averli tostati per un paio di minuti in forno. Al composto si aggiunge aglio, cipolla, succo di limone e olio di oliva: ancora una frullatina e la crema è pronta. Intanto, si mette a tostare in forno la cotenna di maiale, giusto una mezzoretta per renderla bella croccante. La si lascia raffreddare e poi si spezza grossolanamente e si serve insieme alla crema di semi di zucca. Davvero gustosa!
Il primo “piatto forte” della serata lo avevo già mangiato al ristorante, ma Miguel ha ragione; cucinato in casa, ha tutto un altro gusto: ecco gli empanados! Si tratta di grossi ravioloni di pastafrolla salata farciti carne di agnello tritata, peperoni, cannella e altri aromi. La presenza di abbondante olio e burro nell’impasto, la carne di agnello piuttosto grassa indicata per rendere più morbida questa ricetta (quasi 350 calorie per 100 grammi!), i grassi necessari per la cottura rendono gli empanados un ostacolo difficile da digerire… e da smaltire, ma di questo ci occuperemo poi… .
Secondo piatto forte, il pesce: nella buona cucina messicana non manca mai! Miguel ci ha preparato delle orate al forno con pancetta e capperi, ottime ma tutt’altro che dietetiche. Pensate che le oratine, da 3 etti l’una, dopo essere state pulite vengono immerse in una salsa di cipolla e pancetta tritate insieme, amalgamata con panna da cucina e panna acida, e poi finalmente messe in forno per una quarantina di minuti. Non tutti i modi di cucinare il pesce sono indicati per la dieta!
Dopo un paio d’ore di delizie, chiacchiere e musica tex-mex a fare da sottofondo, ecco il momento più atteso dai golosi, cioè da quasi tutti: il dessert. Va detto che la cucina messicana offre una quantità di dolci al cucchiaio davvero interessanti, probabile eredità della passata dominazione asburgica sullo Stato centramericano, però aromatizzati con molte spezie, soprattutto cannella. Miguel ha scelto per noi un budino al cioccolato, guarnito da interessanti frittelle alla cannella: una sorta di bigné che ogni commensale si farcisce a piacere, trovando il proprio giusto equilibrio fra crema e pasta.
I lettori più attenti si chiederanno: e che cosa avete bevuto? Beh, Miguel ha fatto le cose in grande: un paio di bottiglie di Vino de Piedra della Baja California del 2006 per chi ama i vini molto robusti, un paio di Yumano del 2008 per chi predilige un gusto più fresco e naturale e l’immancabile birra Corona Extra per chi non sopporta il vino (a quelli che preferiscono la birra per ingrassare di meno, ricordo che una bottiglietta di Corona apporta comunque 148 calorie, il che non è poco per una bevanda…).
Per chiudere le danze, i superalcolici: Mezcal e Tequila, entrambi distillati dall’agave, sono le acquaviti “ufficiali” del Messico e il buon Miguel, da ottimo ospite, non li ha certo lesinati (non è un errore: “Tequila”, in messicano, è maschile!). Ma ci ha fatto assaggiare anche un bicchierino di Xtabentun, un liquorino fatto in casa da una sua zia, una specie di anice forte molto zuccherino originario dello Yucatan. Tanto, caloria più, caloria meno, anche la serata messicana si conclude in un autentico disastro nutrizionale.
Il solito efficace rimedio…
Ritornato a casa, dopo una buona dormita, ho deciso di dedicare qualche mezzora della giornata di domenica a sfruttare le potenzialità della mia piccola palestra domestica di cui nel tempo mi sono circondato. Un po’ di sano movimento fisico è l’unica azione sensata da programmare se si vuole potersi concedere il lusso di esagerare a tavola una volta la settimana. Se non ci avete ancora pensato, fatelo oggi stesso! Non è mai troppo tardi. Visitate lo shop per farvi un’idea dei prezzi e dei modelli che più si addicono alle vostre necessità.
Paolo
Vsb:t