“Aprile, dolce dormire”. Così recita una definizione popolare, della stessa famiglia cui appartengono altri detti forse scarsamente scientifici ma veritieri, capaci cioè di ritrarre sinteticamente un dato di fatto reale. Aprile è il primo mese dell’anno interamente primaverile, quindi quello in cui la stagione del risveglio della natura fa maggiormente sentire agli esseri viventi la sua diversità dalle precedenti, autunno e inverno. Ma se da un lato il regno vegetale durante la primavera esplode in iperattività, quello animale dimostra particolari segni di stanchezza. Pare infatti, dagli studi condotti da varie équipe mediche e veterinarie in diverse parti del mondo, che la cosiddetta stanchezza primaverile colpisca oltre il 60% degli esseri umani e la maggioranza degli animali domestici.
Una stanchezza antica come l’uomo, forse di più
Questa forma di stanchezza avrebbe origini ataviche, da quando durante la stagione più fredda più o meno tutti gli esseri viventi andavano in letargo. Pare che sia proprio la mancanza di letargo invernale, causata dall’evoluzione, a condizionare questa forma di comportamento e a indurci quella strana sensazione di stanchezza diffusa che proprio nel mese di aprile raggiunge il suo picco. Non si tratta di una vera e propria patologia, anche se i suoi sintomi possono essere simili a quelli di svariate malattie anche gravi; per questo motivo, si consiglia di sottoporsi –particolarmente in primavera- a esami del sangue che sgombrino il campo da eventuali dubbi. La stanchezza primaverile si manifesta infatti con una significativa astenia (dal greco “mancanza di forza”) che indebolisce non soltanto il tono muscolare ma anche il sistema nervoso centrale, togliendo gran parte della forza di volontà e della capacità di concentrazione.
Questione di sincronia
Tradotto in comportamenti quotidiani, il quadro clinico è quello di una forte resistenza ad alzarsi la mattina al suono della sveglia, di un diffuso rallentamento dei movimenti necessari per lavarsi, vestirsi e fare colazione, di un deciso senso di repulsione e insofferenza per tutto ciò che ci può causare stress, come guidare nel traffico cittadino, usare i mezzi pubblici, partecipare a riunioni di lavoro, assistere a lezioni scolastiche, sostenere accese discussioni su argomenti sgraditi.
Pare che risieda proprio nel repentino passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile la causa di questo particolare tipo di stanchezza, provocata dalla fatica che fa il nostro organismo a sincronizzare i suoi ritmi con quelli della natura vegetale che ci circonda.
Niente cure, solo rimedi
Naturalmente, non trattandosi di una malattia, non esistono cure specifiche ma soltanto consigli per limitare le conseguenze di questo disagio: da studi effettuati, pare che molte persone traggano vantaggio dall’imporsi una vita il più possibile regolare, scandita da orari fissi; che sia opportuno non indulgere ai piaceri della tavola con eccessiva frequenza, evitando comunque per quanto possibile i carboidrati e le proteine, prediligendo frutta e verdura e cibi freschi a quelli conservati; che l’uso moderato di blandi stimolanti come ginseng e guaranà possa contribuire a star meglio…
Muoversi, anche se piove
Ma certamente il miglior rimedio è quello di inserire nelle proprie abitudini quotidiane un’attività fisica progressiva, per evitare che un eccesso di affaticamento possa causare danni a un fisico appesantito e irrigidito dalle pigrizie autunnali e invernali.
Certo, qualcuno potrà obiettare che esiste un altro detto popolare relativo al mese di aprile: “Aprile: ogni goccia un barile”, che ironizza sulla eccessiva piovosità del periodo e ci consiglia di non stare troppo tempo all’aria aperta se non si vogliono rischiare spiacevoli acquazzoni. Ma tutto questo non deve frenare la nostra necessità di esercizio fisico: una piccola palestra a domicilio è quello che ci vuole, visitate il nostro negozio online e conoscerete come fare a dotarvene, spendendo il giusto e traendone il massimo dei vantaggi.
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