Una sana e continuativa attività fisica, insieme a un’alimentazione appropriata, sono tra i fattori fondamentali per allontanare il rischio di contrarre questa malattia. Però, nonostante gli avvertimenti lanciati da esperti e ricercatori, non sempre le regole di prevenzione vengono rispettate.
Vi sono circa 250mila fratture da osteoporosi in Italia ogni anno (70mila del femore).
Viene anche chiamata ” Epidemia Silenziosa “, perché quando compaiono i primi sintomi spesso la malattia è già in fase avanzata. A volte il primo sintomo è proprio una frattura vertebrale, oppure la statura si è ridotta per le alterazioni della colonna e per l’insidiosa tendenza delle ossa a impoverirsi di minerali, sali di calcio e a diventare così fragili da favorire le fratture.
Quale Attività Fisica svolgere per contrastare questa situazione?
Ballare e camminare meglio che nuotare . Alcuni tipi di esercizio fisico, più di altri sono un deterrente alla rarefazione dell’osso. Diversi studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico non solo migliori la massa muscolare ma faccia anche aumentare la densità ossea, soprattutto a livello del collo del femore, nei giovani, e ne riduca la perdita negli adulti. Il rimodellamento osseo è stimolato dalla forza di gravità, cioè dal peso dei corpo e quindi salire le scale a piedi, ballare, camminare, pedalare, fare ginnastica aerobica rappresentano un buon deterrente alla rarefazione delle ossa.
Invece il nuoto, pur facendo bene a muscoli, cuore, articolazioni, non è particolarmente utile per l’osso, perché in acqua non si deve sostenere il peso corporeo e se lo stimolo della forza di gravità manca, l’osso ne risente: come dimostrano gli astronauti, non appena si esce dal sistema gravitazionale le ossa si impoveriscono. Gli astronauti che restano per lunghi periodi in assenza di peso per mancanza di forza di gravità perdono calcio e minerali dalle ossa e possono andare incontro, anche se giovani, a forme di osteoporosi, per fortuna reversibili. L’attività fisica nell’anziano oltre ad aiutare l’osso, mantiene efficienti i riflessi e il senso dell’equilibrio, riducendo il rischio di cadute.
Una regolare attività fisica, coadiuvata anche da un utilizzo controllato della pedana vibrante per esempio e un’alimentazione con cibi ricchi di calcio possono contrastare la perdita di densità ossea. Uomini e donne condividono alcuni fattori di rischio: storia familiare di osteoporosi, precedenti fratture per traumi modesti, eccessiva magrezza, dieta povera di calcio, fumo, alcol, uso di corticosteroidi, malassorbimento intestinale, malattie del fegato e renali. L’età poi, aumenta sia nell’uomo che nella donna il rischio di osteoporosi, anche se nell’uomo il rischio è minore forse perché il picco di massa ossea che raggiunge è più alto o perché non è sottoposto a una diminuzione ormonale rapida come avviene nella menopausa per la donna. Lo sviluppo delle ossa dovrebbe essere curato non solo da adulti, ma dalla giovane età, in fase di accrescimento e addirittura prima della nascita.
Già in gravidanza la donna deve seguire una corretta alimentazione se vuole favorire un corretto sviluppo del bambino, eppure le varie ricerche mostrano che, forse a causa di una dieta povera di minerali e di calcio, fonte di nutrimento per le ossa, sono in preoccupante aumento le fratture nei bambini. La vitamina D è prodotta soprattutto nella pelle, se ci esponiamo ai raggi solari, ed è essenziale per l’assorbimento intestinale del calcio e per la mineralizzazione dell’osso; la carenza è possibile se è ridotta l’esposizione al sole e la vita all’aria aperta. Piccole quantità di vitamina D si trovano anche in alcuni alimenti come ad esempio il tuorlo d’uovo e in alcuni pesci: salmone , aringa , tonno , latterini . Ne è anche ricco l’ olio di fegato di merluzzo .
Cosa altro si può fare oltre alla dieta corretta e ricca di calcio, alla regolare attività fisica e al giusto apporto di vitamina D ?
Si possono eliminare, ad esempio, i fattori di rischio come il troppo alcol e sigarette. Si deve poi essere consapevoli di eventuali fattori genetici, età e sesso; non ci sono attualmente farmaci preventivi, ma una diagnosi precoce serve ad attuare al più presto uno stile di vita idoneo e a intraprendere tempestivamente le cure necessarie. Di calcio sono ricchi latte e latticini, formaggi, yogurt, alcuni tipi di pesce (alici, latterini, polpi, calamari, gamberi) e alcune verdure. Il calcio delle verdure è però molto meno assimilabile.
Un litro di acqua minerale ricca in calcio può fornire fino al 30% del fabbisogno quotidiano. Il corretto apporto di calcio è importante in alcune fasi della vita: crescita, gravidanza, allattamento, terza età. La donna nel post-menopausa è più esposta al problema, con il calo repentino dei livelli di estrogeni, gli ormoni femminili che, fra le altre funzioni stimolano e consolidano la produzione di osso. Le alterazioni ormonali riguardano però, anche se in misura minore anche l’uomo.
Il testosterone e il didrotestosterone, oltre alle piccole quantità di estrogeni che produce, sono ormoni maschili importanti per mantenere la salute delle ossa; in andropausa, comunque, le alterazioni ormonali sono minori e l’uomo raggiunge un picco di densità ossea più elevato della donna. Lo sviluppo delle ossa comincia prima della nascita e prosegue con lo sviluppo. Il picco di massa ossea viene raggiunto a 25-30 anni .
L’osso è un tessuto vivo che si rigenera attraverso un ciclo continuo di riassorbimento-distruzione e rideposizione-formazione, ma con gli anni questo equilibrio tra cellule che costruiscono l’osso nuovo e quelle che riassorbono quello vecchio si altera.
La parte ossea che si riassorbe, diventa maggiore di quella che si forma. La massa ossea pian piano diminuisce.
La perdita di massa ossea ( osteopenia ), nelle fasi iniziali, deve servire da campanello di allarme per interventi su stile di vita e dieta. Non esiste una cura per prevenire, ma solo farmaci che rallentano l’evoluzione e la distruzione dell’osso, cercando di ripristinare l’equilibrio tra i processi di riassorbimento e rigenerazione. Attualmente la terapia con estrogeni per prevenire l’osteoporosi, dopo le ultime ricerche, viene utilizzata con meno facilità nelle donne in menopausa.
La massa ossea si misura con un test, la Mineralometria Ossea Computerizzata ( MOC ), che si esegue alla colonna lombare o al femore che verifica se l’osso è normale, se c’è osteopenia (inizio di demineralizzazione ossea) o osteoporosi conclamata (demineralizzazione ossea avanzata).
La MOC dovrebbe essere eseguita nelle donne post-menopausa, se ci sono fattori di rischio come: fratture per piccoli traumi, menopausa precoce, osteoporosi nei genitori, dieta povera di calcio.
In assenza, non c’è motivo di correre a fare la MOC appena entrate in menopausa: si può aspettare di raggiungere i 60 anni.
MARCIANO MASSIMO
Personal & Fitness Trainer
M.tro Pilates e Fitness ( csen-coni )
Operatore Massaggio Tecnico Sportivo
Coordinatore corsi CSEN Milano
Vsb:t