Endometriosi: ne soffrono 3 milioni di donne in Italia, 150 nel mondo, eppure questa patologia è ancora poco conosciuta.
Alla fine dello scorso mese di luglio, il Ministero per le Pari Opportunità del Governo Italiano ha firmato un protocollo d’intesa con altri Enti nazionali per affrontare il problema dell’endometriosi, una malattia di cui soffrono in Italia circa 3 milioni di donne italiane, corrispondenti al 30% delle donne in età fertile. Una cifra enorme, che ha suscitato grande interesse intorno all’argomento.
Che cos’è
Da un opuscolo redatto dagli esperti del Gruppo di Lavoro Svizzero di Endoscopia Ginecologica (GEG) di Zug, apprendiamo che “l’endometriosi è una malattia spesso progressiva, dove alcune cellule della mucosa uterina s’impiantano al di fuori dell’utero. I focolai endometriosici si trovano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica), più raramente in altri organi (cute,polmoni) dove vengono stimolati dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale. Come la mucosa uterina – denominata endometrio – i focolai endometriosici ciclicamente crescono e sanguinano. La causa dello sviluppo dell’endometriosi, non è stata ancora chiarita. Emorragie mestruali prolungate o cicli abbreviati ne aumentano il rischio. Ma anche fattori genetici e sostanze inquinanti, come per esempio la diossina, aumentano la predisposizione all’endometriosi. Una delle cause nella formazione dell’endometriosi è la mestruazione retrograda, che vuol dire un flusso parziale del sangue mestruale attraverso le tube nella cavità addominale. Questo sangue contiene delle cellule vitali della mucosa uterina. Se cellule possiedono una resistenza particolare e la donna presenta una certa debolezza della difesa organica, possono sopravvivere nell’addome, aderire al peritoneo e perfino crescervi”.
Dati recenti, diffusi dalle associazioni che nei vari Paesi raccolgono chi si interessa all’endometriosi, fissano in quasi 150 milioni le donne colpite da questa malattia in tutto il mondo
Come si manifesta
La malattia, come abbiamo detto, si manifesta nell’età fertile con dolori cronici nella zona pelvica, spossatezza, gonfiore ventrale e forte dimagrimento ma, essendo questi sintomi comuni a molte altre patologie, spesso non viene individuata in tempo. Comunque, di endometriosi si può guarire perfettamente, sia attraverso terapie farmacologiche sia con interventi chirurgici. L’importante è che la malattia venga individuata in fretta: purtroppo, però, la Fondazione Italiana Endometriosi denuncia migliaia di casi in cui i medici non hanno valutato correttamente i sintomi, costringendo le pazienti a un lungo percorso terapeutico fortemente invalidante (impossibilità di gravidanza, difficoltà nei rapporti sessuali, uso di protesi interne). Per questi aspetti particolari qualche mese fa è stato presentato alla Camera dei deputati un disegno di legge per dichiarare l’endometriosi “patologia sociale“.
Le cause
Perché ci si ammali di endometriosi non è dato sapere con certezza. Dopo aver esplorato possibili cause genetiche, endocrine e immunitarie gli studiosi stanno concentrando la loro attenzione su alcune sostanze inquinanti come le diossine, in grado di interferire con il sistema ormonale chiamate “endocrine disruptors”, cioè “interferenti endocrini”, presenti nelle acque, nei terreni e nell’aria, quindi in ciò che beviamo e respiriamo e anche in ciò che mangiamo, nutrendoci di animali e vegetali a loro volta incolpevolmente inquinanti. Se così fosse, sarebbe spiegato il perché di una diffusione così estesa della malattia e la sua presenza all’interno di ogni classe sociale in ogni regione italiana, senza apprezzabili differenze.
Come nutrirsi
Una dieta ricca di fibre, oltre a favorire la digestione e il buon funzionamento dell’intestino, provoca anche una riduzione degli estrogeni nel sangue. Chi soffre di endometriosi deve quindi preferibilmente aumentare il consumo di frumento e riso integrali, frutta, vegetali (in particolare legumi, cioè fagioli, piselli, fave, lupini, ceci, arachidi, lenticchie). Vanno evitati, invece, la soia e tutti i suoi derivati a causa del loro contenuto di fitoestrogeni.
L’endometriosi comporta uno stato infiammatorio addominale che può essere ridotto o eliminato grazie all’assunzione di acidi grassi Omega 3 contenuti nel pesce azzurro, nell’olio di oliva, negli oli di semi (escluso quello di soia), nelle noci e in tutti i frutti oleosi.
Da consumare in misura molto ridotta sia latte e latticini sia carni: questo sia per l’elevato contenuto di prostaglandine sia per la possibile presenza di sostanze inquinanti del tipo “endocrine disruptors”.
Caffeina, alcool, cioccolato, grassi saturi, burro, margarina, bevande zuccherate vanno assolutamente evitate.
Vsb:t