Passate le feste, ci si rituffa nella quotidianità fatta di libri da scrivere, editori infuriati per i miei ritardi, bollette da pagare e altre noie. In tutto e per tutto, l’anno nuovo sembra uguale a quello vecchio. Per fortuna, anche le cose piacevoli tendono a ripetersi con consolante regolarità, e così il tutto rientra nell’equilibrio consolidato. Come i lettori più attenti ricorderanno, io e il mio giro di amici gaudenti da anni con periodicità variabile organizziamo delle vere e proprie sfide alimentari fra regioni italiane.
E’ Michele a organizzarle e a telefonare a tutti per avvertire. Di questa simpatica ma esecrabile iniziativa vi ho già reso partecipi qualche mesetto fa raccontandovi la grande sfida Piemonte-Sicilia: l’anfitrione mi avverte telefonicamente che questa volta a scontrarsi enogastronomicamente saranno Veneto e Lazio, a misurarsi a singolar tenzone e a quattro palmenti. Questa volta non siamo da me: la cronica mancanza di sedie ha fatto perdere molti punti di gradimento alla mia ospitalità. Sabato sera, quindi, tutti puntuali a casa del maestro di cerimonie Michele.
Veneto e Lazio, una sfida “in famiglia”
Anche se non è molto noto, queste due regioni sono saldamente legate da un fenomeno migratorio alla rovescia: non da sud a nord, ma il contrario. Quando, durante il fascismo, venne bonificato l’Agro Pontino e fondata la città di Littoria (oggi Latina), furono decine di migliaia i Veneti che si stabilirono in questa porzione meridionale di Lazio, attratti dalle maggiori possibilità di lavoro.
Ancor oggi, in questa zona, sono presenti in quantità cognomi di origine veneta e denominazioni dei luoghi che ricordano la regione di provenienza di questi emigranti. Anche la città di Roma, con gli uffici statali e parastatali, funse da calamita per un’emigrazione costante –fino agli anni Sessanta- dal Veneto povero e agricolo verso la capitale.
Risi e Bisi e Torta Putana contro Rigatoni con la pajata e Maritozzi
La regola base nelle nostre sfide prevede che vengano cucinati un primo piatto e un dolce rappresentativi della relativa regione di provenienza e che a farlo siano due persone che vantino ascendenze nelle medesime regioni. Rappresentante del Veneto è Luisella Ceccon, in verità nata a Roma ma pronipote di un tal Guerrino Ceccon che fu uno dei prosciugatori delle paludi pontine. Stranamente, o forse no, in onore del bisnonno che non ha mai conosciuto ama inframmezzare la sua parlata romanesca con diversi coloriti modi di dire veneti. Pur risiedendo a Milano dai tempi dell’università, a sentirla parlare sembra sia arrivata in volo stamattina direttamente dalla capitale; se non fosse per qualche “ostrega” di troppo che caratterizza il suo modo di esprimersi. A tenere alte la tradizioni culinarie del Lazio, invece, un romano a DOC, Alberto Pasquali, anche lui milanese di adozione e tecnico di radiologia presso l’ospedale di Niguarda ma nato nel popolare quartiere della Garbatella.
I piatti prescelti dai nostri concorrenti sono rispettivamente “Risi e Bisi” e la “Torta Putana” per Luisella e il Veneto; “Rigatoni con la pajata” e i “Maritozzi” per Alberto e il Lazio.
Per innaffiare questo ben di Dio, Bardolino DOC dei colli veronesi con il primo piatto veneto e Refrontolo Passito di Conegliano DOC con il dolce; Cesanese del Piglio DOC per i “Rigatoni con la pajata” e Aleatico di Gradoli Liquoroso per i “Maritozzi”.
Conosciamogli meglio, ingrassiamo consapevoli!
“Risi e Bisi”, cioè riso e piselli, è una minestra originaria dell’entroterra veneziano ma diffusasi in tutta la regione. Si prepara facendo imbiondire in una casseruola burro, olio e un trito di pancetta, cipolla e prezzemolo. Si aggiungono i piselli (che devono essere di media grandezza) e il brodo, nel quale dopo 10 minuti si versa il riso, che si fa bollire fino a cottura. A fuoco spento, si aggiunge ancora un po’ di burro e abbondante parmigiano grattugiato. La quantità di burro e la presenza della pancetta sono i principali responsabili delle 527 calorie per porzione che questo, peraltro gustosissimo, primo piatto ci lascia in dote.
La “Torta Putana” (tipica del Vicentino) si prepara ottenendo una polenta di farina bianca e gialla leggermente salata, aggiungendovi poi strutto, burro, uvetta, fichi secchi spezzettati, pinoli, mele a fettine, zucchero e un bicchierino di grappa. Si versa in uno stampo imburrato cosparso di pane grattugiato e si fa cuocere per circa un’ora. La ricetta è molto variabile (per esempio, la polenta può essere sostituita da pane raffermo ammollato nel latte) ma più o meno costante è il contributo in calorie: 317 per una porzione di circa un etto. Calorie che possono ulteriormente aumentare se all’impasto si aggiunge anche marmellata di amarene, come si usa in alcune zone di collina secondo una ricetta ancora più ricca.
Per preparare un tradizionale piatto di “Rigatoni con la pajata” occorre innanzitutto dell’intestino di vitello da latte (la pajata, appunto) tagliato grossolanamente e lasciato a macerare nell’aceto. Nel frattempo, si trita cipolla, sedano, prezzemolo e pancetta e li si fanno soffriggere con tre spicchi d’aglio e un bel cucchiaio d’olio. Dopo qualche minuto si toglie l’aglio, si unisce la pajata sgocciolata con i chiodi di garofano, si irrora con vino bianco secco e da ultima si aggiungere la salsa di pomodoro diluita con un po’ d’acqua calda. A termine cottura, si aggiusta di sale e pepe e con questa salsa e una robusta dose di formaggio pecorino si condiscono i rigatoni. 800 calorie sono il “premio” per una porzione generosa.
I “Maritozzi” si ottengono lavorando la pasta di pane zuccherata, ungendola di olio extravergine di oliva e farcendola con pinoli, uvetta sultanina e scorza d’arancia candita, ricavandone dei piccoli panini ovali. Dopo una lievitazione di almeno 6 ore, vanno infornati a 200°: si mangiano freddi e ognuno apporta circa 400 calorie.
Un pareggio sfiancante
Alla fine della disfida, il voto è unanime: pareggio! Sono tutti troppo sazi per poter ragionare con lucidità, complici anche i numerosi bicchieri di vino necessari per diluire tutto il cibo ingurgitato (e di questi ben due erano passiti o liquorosi, quindi ulteriormente ipercalorici. Facendo un rapido calcolo oggi, esclusi i vini, mi sono “arricchito” di circa 2.000 calorie: decisamente, troppe!
Mi consola però sapere che a casa, a pochi minuti da qui, mi aspetta la mia piccola palestra da camera, con la ellittica EP707, adattissima per allenamenti domestici regolari. Volano da 14 Kg, freno magnetico, sforzo regolabile su 8 livelli e sensori Hand Pulse: un vero gioiellino per il mio benessere.
Paolo
Vsb:t