Negli ultimi anni una piccola rivoluzione ha interessato il settore merceologico delle bevande alimentari: la crescente diffusione dei cosiddetti “Energy Drinks”, bibite analcoliche, generalmente confezionate in lattine da 250 cc, contenenti nella loro formula compositiva sostanze in grado di fornire effetti energizzanti.
Gli ingredienti
Tali sostanze sono raggruppabili in tre famiglie: le xantine, il complesso vitaminico B, le erbe officinali. Alle xantine, alcaloidi molto diffusi nel regno vegetale, appartengono caffeina, teofillina e teobromina, ma anche guanina, adenina, ipoxantina: la caffeina deriva ovviamente dal caffè, la teobromina dal cacao, la teofillina dal tè e tutte hanno un elevato potere corroborante.
Il complesso vitaminico B è fondamentale all’organismo umano per il corretto funzionamento del sistema nervoso, per la produzione di energia attraverso la conversione dei carboidrati in glucosio, per il metabolismo di lipidi e proteine.
Le erbe officinali utilizzate nella produzione degli Energy Drinks devono essere comprese nell’elenco delle piante officinali spontanee previsto dal Regio Decreto n. 772 del 26 maggio 1932 ma nel caso degli Energy Drinks non ne è richiesta la specificazione; la formulazione varia quindi da prodotto a prodotto.
Altri ingredienti di queste nuove bevande di successo sono, in proporzione variabile, guaranina (sostanza vegetale di origine amazzonica dal forte potere energetico), taurina (aminoacido abbondantemente contenuto nei tessuti muscolari delle carni), ginseng (famiglia di piante originarie dell’Asia orientale, note anche come panax, da cui “panacea”), maltodestrina (carboidrato idrosolubile che si ottiene dalla scomposizione dell’amido di mais o di patate), carnitina, creatina, glucuronolattone e gingko biloba).
Bibite di grande successo
Anche grazie a considerevoli investimenti pubblicitari e a una capillare distribuzione (negozi, bar, centri commerciali ma anche discoteche e palestre) la fortuna ha subito arriso a questa nuova tipologia di alimento dall’immagine molto trendy ed efficientista, che si propone ai consumatori come un tonico in grado di donare slancio ed energia in ogni attività fisica. Più recentemente, sono stati messi in commercio Energy Drinks definiti “HardCore”, dagli effetti potenziati grazie a una maggiore presenza di sostanze attive, in particolare caffeina, taurina e vitamine del gruppo B.
Come già detto, queste bevande sono analcoliche ma va tenuto presente che la loro assunzione insieme a superalcolici è in rapida diffusione fra i più giovani, in particolare fra quelli del cosiddetto “popolo della notte”.
I pericoli dell’abuso
In sé e per sé non si tratta di bibite particolarmente più dannose di quanto non lo possano essere acqua tonica o aranciate (le quantità di principi attivi presenti in ogni lattina sono infatti davvero minime). Quello che le rende oggetto d’attenzione è invece proprio l’abuso: bere una lattina il sabato sera non nuoce quasi a nessuno; ma assumerne quattro o cinque per illudersi di poter sconfiggere la stanchezza o addirittura il sonno può essere molto pericoloso. Per questo motivo, alcuni Paesi europei non ne hanno autorizzato l’immissione in libero commercio, considerandoli dei veri e propri medicinali (Danimarca, Norvegia). In Italia la vendita è invece libera e questo, secondo il parere di molti medici, costituisce un potenziale grave rischio per la salute dei giovani grandi consumatori. Vediamo perché.
Due delle maggiori conseguenze dannose del consumo eccessivo di Energy Drinks sono l’aumento della frequenza cardiaca e l’incremento della pressione arteriosa. Inoltre, chi ne fa uso per migliorare le proprie prestazioni atletico-sportive prolungate (una minoranza, pare, ma numericamente significativa) può andare incontro a disidratazione, causata dall’attività diuretica della caffeina.
Non con l’alcool!!!
Ovviamente molto pericolosa è l’assunzione di Energy Drinks come ingrediente di cocktails alcolici o comunque insieme a whisky, gin, rum, vodka ecc. con lo scopo di mitigare l’effetto sedativo dell’alcool. In realtà, la concentrazione di alcool nel sangue rimane invariata e quella di limitare lo stato di ebbrezza è soltanto una sensazione effimera, senza fondamenti scientifici.
In sintesi, mettersi al volante in stato di alterazione alcolica e pensare di riuscire a guidare perfettamente perché si sono assunti tre o quattro Energy Drinks è una pericolosissima illusione.
Una saggia richiesta
Di recente, in Italia, è stata avanzata da alcuni parlamentari di maggioranza e minoranza la richiesta al Ministero della Salute di obbligare le case produttrici ad apporre sulle confezioni di Energy Drinks una avvertenza che ne sconsigli l’uso a cardiopatici e ipertesi insieme a un messaggio che inviti alla moderazione nel consumo insieme a sostanze alcoliche. Una norma di legge di questo tipo è già attiva in Gran Bretagna.
Vsb:t