L’innalzamento dell’aspettativa di vita media (uomini e donne), che in Italia è di 81,8 anni al 31 dicembre 2009, ha necessariamente comportato un incremento del numero delle malattie degenerative soprattutto del sistema nervoso, tipiche della vecchiaia: una su tutti, la più conosciuta, è il morbo di Alzheimer. Questa malattia, che è catalogata nel vasto settore della demenza senile, è a tutt’oggi incurabile e insorge, generalmente, intorno ai 65 anni.
Per la sua diffusione e gravità è al centro dell’interesse di svariate equipe di studiosi in ogni parte del mondo. E molti di questi studi concordano nell’asserire che un’alimentazione particolarmente curata può avere effetti preventivi rilevanti. Se non si può curare, l’Alzheimer si può almeno in qualche misura prevenire o ritardare. Vediamo come.
Come le cellule staminali risvegliano i neuroni
Non è una novità che polifenoli e acidi grassi polinsaturi hanno la proprietà di agire positivamente sul funzionamento cerebrale, aiutando il cervello a mantenersi efficiente attraverso una sorta di rivitalizzazione delle sue cellule staminali. Le cellule staminali sono cellule costitutive del corpo umano dotate di una singolare capacità: esse non hanno alcuna specifica destinazione o caratteristica, ma possono trasformarsi in altri tipi di cellule funzionali, e diventare quindi specificamente operative. Nel caso del cervello, potrebbero provvedere a sostituire i neuroni stanchi o logorati dall’età, e quindi rivelarsi utilissime nel caso di cattivo funzionamento del cervello stesso.
E dove possiamo trovare questi preziosi alleati per la rivitalizzazione delle cellule staminali?
I polifenoli sono oltre 5000 tipi di molecole diverse presenti nel regno vegetale in un vasto numero di frutti e verdure e di loro derivati, come la frutta secca, il tè, il vino, l’olio d’oliva, tutti portatori di preziose proprietà antiossidanti.
Gli acidi grassi polinsaturi costituiscono una famiglia articolata di lipidi di origine animale e vegetale, di cui il più noto è l’acido linoleico (si trova nell’olio di semi di girasole e nelle carni di pesci grassi come anguille, sgombri, salmone).
Non diventa difficile, a questo punto, impostare una dieta che ci possa consentire di alimentarci non solo in modo genericamente sano, ma fortemente indirizzato a salvaguardare la salute del nostro cervello. Più pesce e più verdure, ovviamente, ma senza dimenticare l’esercizio fisico, fondamentale per il mantenimento, a lungo, del benessere di tutto il corpo.
Una grande novità in arrivo
Ma una grande novità potrebbe presto aggiungere una rivoluzionaria soluzione alternativa a quella della dieta: in Spagna, presso l’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), famosa per le sue ricerche avanzatissime in campo sanitario, alcuni studiosi stanno sperimentando gli effetti sul cervello di una crema alimentare composta da frutta e noci disidratate, cocco e latte di cocco, farine vegetali ricche di fibre. Già questo prodotto si è rivelato utile per ridurre colesterolo e ipertensione; ora ulteriori esperimenti cercano di dimostrare la sua efficacia nella prevenzione delle malattie degenerative cerebrali. Per ora, gli aspetti attesi si sono verificati sulle cavie da laboratorio, che pare abbiano reagito molto positivamente.
In attesa che l’Alzheimer possa essere prevenuto con qualcosa di molto simile alla Nutella, però, continuiamo a combattere i sintomi cerebrali della vecchiaia con un’alimentazione varia e sana e tanto esercizio fisico.
Questo è il nostro consiglio!
Vsb:t